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Il racconto di Giorgia Butera: «Così mi “innamorai” dei diritti umani»

Di Redazione |

Via Serradifalco, 190. Il mio impegno per la Civiltà, la Democrazia e la Pace” è il nuovo racconto, stavolta a carattere autobiografico, di Giorgia Butera, sociologa della comunicazione palermitana, scrittrice ed advocacy e dal 2014 presidente  della comunità internazionale “Sono Bambina, Non Una Sposa” nonché di Mete Onlus.

Il titolo, come ha spiegato Giorgia Butera, trae origine dall’indirizzo della scuola media da me frequentata nei primi anni ’90, a Palermo. Una scuola avanguardista, ancor di più, in quegli anni. Alla “Leonardo da Vinci”, imparai l’essere indipendente nella creatività, nell’intelletto e soprattutto nella capacità del manifestarsi. Capii l’importanza che si ha nell’agire per contribuire a rendere il mondo civile, rendendolo libero ed uguale, manifestando il proprio dissenso e tendendo la mano verso chi non è in grado da solo di ribellarsi.

Furono questi principi vitali che fecero nascere in me l’amore universale nei confronti di Nelson Mandela, e così, l’Apharteid divenne l’attuazione concreta del mio vivere”. Il racconto sarà presentato sabato prossimo alle 17,30, alla Sala degli Specchi a Villa Niscemi a Palermo nel corso di un dibattito che sarà moderato dalla giornalista Elvira Terranova. Giorgia Butera è stata anche componente della  delegazione per missione a tutela dei Diritti Umani in Marocco ed è stata chiamata, in varie sessioni, per intervenire al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra e al “World Social Forum” di Montreal dello scorso anno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA