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In Sicilia a fine anno il via al concorso per guide turistiche

L'ultimo concorso degli ultimi 16 anni si è svolto nel 2014

Di Redazione |

Per accedere alle professioni turistiche, in Sicilia bisogna scalare muri insormontabili. Almeno finora. Negli ultimi sedici anni c’è stato un solo concorso per guide turistiche (quello del 2014), anche se la Regione ne dovrebbe garantire uno per ogni biennio. Il prossimo sarebbe in dirittura d’arrivo: una buona notizia dopo anni di totale immobilismo, che ha favorito il propagarsi di un abusivismo dilagante. 

Risale invece al 1999 l’ultima prova d’abilitazione per gli accompagnatori turistici. E in atto c’è un contenzioso aperto al Cga perché la Regione non vuole riconoscere l’equiparazione degli accompagnatori alle guide turistiche, come stabilito invece dal Tar Sicilia – sezione di Catania – con una sentenza di due anni fa. 

E ancora: a differenza di altre Regioni, in Sicilia non è mai stata aperta la stagione dei concorsi per poter esercitare l’attività di direttore tecnico d’agenzia di viaggio, qualifica che si acquisisce sulla scorta di un regio decreto del 1936. Senza contare che per aprire un’agenzia di viaggio fino a questo momento serve un decreto dirigenziale dell’assessorato al Turismo, dopo aver ottenuto una lunga sequela di autorizzazioni che spesso scoraggiano potenziali imprenditori del settore. Una procedura cosiddetta “ex ante” per cui sono necessari anche due anni prima di poter aprire un’attività. 

E dire che, in base alla direttiva Bolkestein, alle agenzie di viaggio dovrebbe essere applicata la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e la competenza trasferita ai Comuni tramite lo Sportello unico delle attività produttive. «È stato un settore trascurato – ammette Sergio Gelardi, dirigente generale del dipartimento Turismo – perché diviso tra Provincia e Regione. Con la riforma degli enti intermedi, la Regione trasferirà la competenza sulle agenzie di viaggio ai Suap. Così come già è stato fatto per i bed&breakfast».

Tuttavia la semplificazione, ma soprattutto la tanto auspicata liberalizzazione chiesta dall’Unione europea, è ancora lontana. L’assessorato regionale al Turismo, guidato da Anthony Barbagallo, sta provando però a cambiare passo per sbloccare un settore “ingessato” e rimuovere alcune barriere all’entrata, che permetterebbero a tanti giovani d’inserirsi nel mercato. A fine mese dovrebbero insediarsi le commissioni dei concorsi per guida turistica. Oggi nell’albo risultano iscritti in 1.104.  «Le domande arrivate sono 1.800 – dice l’assessore Barbagallo – entro l’anno dovrebbe essere espletato il concorso».

Sugli accompagnatori turistici (505 quelli presenti nell’albo) invece la Regione temporeggia. «Aspettiamo il giudizio di secondo grado del Cga», dice Barbagallo, secondo cui «nelle more non ha senso riaprire le maglie delle abilitazioni. Nel caso in cui dovesse essere confermato il giudizio del Tar, ci adegueremo. La legge vigente individua una separazione tra la figura di guida e quella di accompagnatore, per questo abbiamo presentato ricorso al Cga».  Apertura in vista per altre professioni turistiche. «Nei prossimi due anni – annuncia l’assessore – dovrebbero essere abilitate 60 guide vulcanologiche. Sulle guide naturalistiche, invece, prima del mio insediamento non ne era stata abilitata nemmeno una. Abbiamo introdotto la figura della guida di media montagna, che può operare fino a duemila metri d’altitudine. Entro fine anno ne verranno abilitate 500. Stiamo lavorando per dare più opportunità di lavoro, ai giovani in primis, e rilanciare un settore strategico per la Sicilia».

Il turismo comunque resta “vittima” della burocrazia e di una legislazione coercitiva. In Sicilia ci sono circa 70 norme che riguardano il settore tra leggi, decreti e regolamenti. L’opposto di ciò che accade nel Nord Europa, dove la legislazione in materia è quasi completamente assente. All’Ars giacciono due disegni di legge – uno a firma Giuseppe Lupo (Pd) e l’altro Claudia La Rocca (M5S) – per riformare il settore a costo zero per l’amministrazione regionale. Che, in attesa di un “risveglio” di commissioni competenti e parlamento, sta provando fare delle razionalizzazioni.  «Abbiamo ridotto i distretti turistici da 27 a 7, di cui sei tematici ed uno territoriale. Stiamo provando a destagionalizzare. Puntiamo a semplificare l’intero sistema: dal turismo passa lo sviluppo della nostra economia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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