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La vicenda catanese in un film di Rosario Neri

L’eredità etica di Salvatore Crisafulli

Grazie a Pietro Crisafulli il film sulla storia del fratello che per 10 anni ha vissuto da "locked-in" nel suo corpo arriva fino alla Camera dei deputati e a Cannes per una riflessione sui parametri assistenziali

Di Vittoria Averni |

Raccontare il dramma di chi vive dentro un corpo paralizzato: è questo lo scopo de La voce negli occhi, film diretto da Rosario Neri e prodotto dalla famiglia di Salvatore Crisafulli. Dalla sua storia è tratta la vicenda della pellicola, che per volontà del fratello Pietro narra il lunghissimo calvario subito da Salvatore: dal 2003 a causa di un incidente ha vissuto per 10 anni da locked-in, imprigionato nel proprio corpo. Nonostante i medici l’avessero ritenuto in coma vegetativo per i gravi danni cerebrali riportati, in realtà Salvatore era capace di sentire e vedere quello che succedeva attorno a sé. Abbiamo chiacchierato con Pietro Crisafulli per capire come la sofferenza del fratello possa aiutare gli altri a non patire quello che lui e la sua famiglia hanno patito.

La voce negli occhi è un film che vuole scuotere le coscienze. Come come pensa reagirà il pubblico e la comunità scientifica?«La voce negli occhi, non è un solo un film, ma un sogno diventato realtà, autoprodotto e senza contributi pubblici. Si tratta di una pellicola sicuramente scomoda, che farà discutere sotto tanti punti di vista. Contiene la volontà di Salvatore: la sofferenza di chi mostrava l’emozione della vita, definito “un vegetale” da tanti luminari assenti. La storia di mio fratello ha scosso l’opinione pubblica, imponendo l’urgenza di una riflessione sui parametri assistenziali medici ed etici che segnano il confine tra vita e morte. Sono certo che il film sarà uno stimolo importante e un richiamo a migliorare la Sanità anche sotto l’aspetto socio-assistenziale».

La voce negli occhi set

Il set del film “La voce negli occhi”

Il film è stato proiettato in anteprima nazionale il 5 novembre a Catania. Ce ne saranno altre in Sicilia?«La prima proiezione è stato un enorme successo: nonostante si trattasse di un evento a inviti, si sono registrate circa 400 presenze e purtroppo abbiamo dovuto mandar via alcune persone. A febbraio lo proietteremo prima a Lecco e poi alla Camera dei Deputati, per la Giornata nazionale degli Stati vegetativi il 15 febbraio, mentre a marzo prevediamo di proiettarlo nuovamente a Catania, ma anche a Palermo e Agrigento».

Quale è stata la reazione del pubblico presente a queste prime proiezioni?«La proiezione di Catania è stata un enorme successo, siamo stati premiati dal pubblico presente. Per non parlare dell’esplosione sui social e sul web. Sono arrivati numerosi messaggi e diverse richieste di collaborazione. Un successo per un film che merita tanta attenzione, perché affronta una tematica umana e sociale molto amara».

Ha pensato di affidare il film ad una casa di distribuzione cinematografica?«Certo, ne abbiamo già contattato diverse e sono arrivate delle risposte molto positive, ma stiamo valutando la possibilità di un distributore americano, perché la storia di Salvatore, riguarda tutto il mondo, non solo l’Italia».

E’ vero che parteciperete al Festival di Cannes? «Sì, hanno accettato la nostra iscrizione. Entro la metà di marzo dobbiamo riconsegnare il film con i sottotitoli in inglese e francese. A quel punto sapremo in che categoria ci inseriranno».

La voce negli occhi e la vicenda di suo fratello Salvatore sono strettamente legate alla onlus Sicilia Risvegli. Che obiettivi si propone di realizzare?«Nel film la storia di Salvatore viene raccontata dal regista Rosario Neri che con grande umanità, è riuscito a realizzare qualcosa di eccezionale, raccontando una vicenda che vogliamo non accada mai più. E’ terribile sentire tutto e non poter far nulla, ascoltare le parole dei medici e doversi attenere ai criteri stabiliti dalla comunità scientifica, che condannano i malati ad una sorta di eutanasia. Con la onlus fondata anche da Salvatore vogliamo realizzare diversi progetti: in primis un centro risvegli ed una casa di accoglienza in Sicilia per le persone che vivono il dramma del post-coma e dello stato vegetativo. Un luogo in cui il malato può ricevere cure ed assistenza ad hoc e i familiari possano stargli accanto, usufruendo di mini appartamenti all’interno del centro».

vittoria.averni@gmail.com

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