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Loris, «l’indole malvagia» di Veronica

Loris, «l’indole malvagia» di Veronica Resta in carcere per il pericolo di fuga

L’ordinanza di convalida del fermo da parte del Gip

Di Mimmo Trovato |

RAGUSA– Una “ricostruzione compatibile”, con l’auto di Veronica Panarello che “passa per due volte nella strada del Mulino Vecchio”, nella zona dove è poi trovato il corpo di Loris. Ma soprattutto “non si è trovata dove ha detto di essere, risultando altrove”. Sono le presunte “bugie” di Veronica Panarello a convincere il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, a convalidare il fermo e ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la mamma del bambino di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. L’avrebbe strangolato con fascette di plastica e poi avrebbe buttato il corpo nel canalone accanto al Mulino Vecchio.   Un passaggio, nella zona del luogo del ritrovamento, che lei ha sempre smentito, quella sulla strada poderale che lo fiancheggia. Ma che nell’ordinanza”raddoppia”: sono due i momenti in cui le telecamere di un’area di servizio e di un’azienda privata la inquadrano. La prima volta, intorno alle 08:30 e la seconda tra le 09:25 e le 09:36. In questa seconda ripresa manca 6 minuti dalle telecamere: un ‘bucò video e temporale che, secondo i magistrati, potrebbe stato utile a andare nel canalone, gettare il corpo del figlio e andare via. Lei ha sempre negato, ma il Gip ha ritenuto attendibile la ricostruzione fatta dalla Procura di Ragusa, supportata dalle indagini di polizia e carabinieri. Sarebbe stata lei, dopo avere lasciato Loris a casa, che rientra nel palazzo senza salire in auto, ad accompagnare alla ludoteca il figlio più piccolo e poi tornata a casa a strangolare con una fascetta il bambino, portando il corpo nel luogo del ritrovamento. Si è recata quindi a Donnafugata per partecipare a un corso di cucina e infine va a scuola a “fare finta” di prendere Loris, denunciandone la scomparsa.    Per il Gip, Veronica tace perché è stata lei. Per il giudice non è “ragionevole ritenere che di fronte alla tragica situazione di un figlio di 8 anni ucciso in un modo così brutale si rifiuti ostinatamente di raccontare la verità”. Nell’ordinanza di convalida del fermo e di emissione di ordine di carcerazione il gip fornisce una spiegazione: la mamma di Loris lo fa “in quanto lei stessa è la responsabile del grave delitto”. Il gip di Ragusa sottolinea la “cinica condotta tenuta” da Veronica Panarello e la “evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze” con “un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e prima del più elementare senso d’umana pietà”. Secondo il giudice, “dalla ricostruzione dei fatti” nei confronti della emerge un “quadro indiziario di rilevante gravità” per “l’omicidio del figlio Loris”. Il gip sottolinea poi come “la mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza”.   L’emissione dell’ordinanza per la mamma del piccolo Loris, motiva Claudio Maggioni, è giustificata con un “fondato pericolo di fuga” della donna e per “l’estrema gravità del reato”. Secondo il giudice oltre al pericolo di fuga, che giustifica la convalida del fermo, c’è anche quello che la Panarello possa “commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede”.

Per la Procura e il Gip resta oscuro il mistero, ma l’unica indiziata dell’omicidio, al momento, è soltanto lei. Veronica Panarello ancora non sa della decisione del Gip. Il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, la informerà oggi, quando la incontrerà nel carcere di Catania dove è in custodia in isolamento. Sulla decisione del giudice il penalista è lapidario: «Ne prendiamo atto, la studieremo e poi presenteremo ricorso al Tribunale del riesame di Catania».   La battaglia legale è imperniata sul “Grande fratello” di Santa Croce Camerina: telecamere, satelliti di Google Earth, intercettazioni e controlli sui tabulati telefonici. Un intreccio di dati e frame dalla quale dovrà venire fuori la verità. Per la Procura la linea è già chiara: “La donna ha mentito su spostamenti e orari, e ha mantenuto la stessa linea di condotta anche davanti alle contestazioni”. Una tesi condivisa dal Gip. La difesa la chiama “coerenza e chiarezza”. Una chiarezza, che secondo il legale di Veronica Panarello, mancherebbe nei filmati, piene di “ombre e sagome, con poche certezze”.   Dalle prime perizie medico–legali, consegnate alla procura di Ragusa, esce intanto esclusa l’ipotesi di violenza sessuali sul bambino; Loris, a quanto risulta, non ne avrebbe subite né il giorno dell’omicidio, né in precedenza. Il delitto resta con temi ancora sospesi: primo tra tutti il movente. Incertezze che, forse, possono essere spiegate con la personalità della donna e il suo passato, tra delusioni affettive e tentativi di suicidi per chiedere attenzione. Ipotesi, ovviamente. Ma i magistrati vogliono fare chiarezza fino in fondo. Anche oggi, nel giorno dell’attesa della decisione del Gip, la Procura ha coordinato indagini e incontri investigativi, perché, spiegano, “l’inchiesta non si ferma con la decisione del Gip”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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