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Piccola «Stonehenge» scoperta a Gela: è una “pietra calendario”

Di Carmela Marino |

GELA (CALTANISSETTA) – Anche Gela ha la sua piccola «Stonehenge». Una «pietra calendario» è stata scoperta a otto chilometri dalla città nissena, a poche decine di metri dalla necropoli preistorica di «Grotticelle». E’ un megalite, forato non dalla natura, ma dagli uomini dell’età del bronzo che lo utilizzavano come orologio solare per misurare le stagioni e gli anni, avendo come riferimento i movimenti del sistema astrale.

Autori del ritrovamento sono stati l’archeologo Giuseppe La Spina, Michele Curto, Mario Bracciaventi e il supporto tecnico di Vincenzo Madonia. L’hanno effettuato mentre facevano un tour ricognitivo ai «bunker antischeggia» della Seconda Guerra Mondiale presenti lungo la statale che da Gela porta a Catania.

Il direttore regionale dei Gruppi archeologici d’Italia, Alberto Scuderi, noto studioso di archeo-astronomia, ha intuito, dal minuzioso rapporto ricevuto, l’importanza del sito, suggerendo tutte le verifiche necessarie per una conferma scientifica. L’esperimento è stato effettuato lo scorso dicembre, durante il solstizio d’inverno, con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche e di una videocamera installata su un «drone» dotato di gps. Il successo è stato totale. Scienziati e studiosi, ricevuti i dati dell’esperimento, hanno confermato che è una «pietra calendario».  I risultati dello studio saranno resi noti domani, alle 17, durante una conferenza stampa che si terrà il 5 gennaio alle ore 17 nella biblioteca del Museo Archeologico di Gela. Vi parteciperanno, oltre al prof. Alberto Scuderi, Andrea Orlando, astrofisico dell’università di Catania e direttore dell’istituto di archeo-astronomia di Sicilia, Francesco Polcaro, del Cern, Ferdinando Maurici, direttore del museo di Terrasini, ed Ennio Turco, direttore del museo di Gela.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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