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Regione, affonda la riforma delle Province

Regione, affonda la riforma delle Province Ars sì a emendamento M5S, tutto da rifare

L’opposizione: «Ora tutti a casa». Salvi gettoni dei consiglieri

Di Fabio Russello |

L’Assemblea regionale ha affossato la riforma delle Province. È infatti passato (36 sì e 22 no) un emendamento del M5S che ha abrogato l’articolo 1 (quello che istituisce insomma i liberi consorzi). Scacco matto dunque al governo e alla maggioranza e il progetto di riforma questo punto slitta a maggio (dopo bilancio e finanziaria che devono essere approvati entro il 30 aprile).

L’articolo abrogato era quello che istituiva 6 Liberi consorzi di comuni e le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Abrogando il primo articolo è evidentemente crollata tutta la struttura della legge di riforma. A questo punto al Governo della Regione non restarà che prorogare ancora i commissari straordinari (e se ne discuterà all’Ars perché serve un ddl).

Diversi i franchi tiratori, circostanza che sta creando molte fibrillazioni nello stesso gioverno della Regione e nella maggioranza. Dall’opposizione invece si canta vittoria. Non a caso quando il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha comunicato l’esito del voto dai banchi dell’opposizione si è levato il grido «Tutti a casa». Intanto uno dei primi risultati dello stop alla riforma delle Province è che vengono «salvati» i gettoni e le indennità a centinaia di consiglieri comunali siciliani visto che norma che prevedeva la riduzione era stata stralciata dalla legge di bilancio perché «agganciata» alla riforma delle Province. Una circostanza che rischia ora di mettere di nuovo a rischio i delicatissimi equilibri del Bilancio della Regione. La proposta prevedeva un tetto alle indennità e ai gettoni dei consiglieri che non doveva superare il 30% degli emolumenti di un assessore. Il Governo ora per far quadrare i conti del Bilancio dovrà riproporre la norma in finanziaria.

CROCETTA: VOTO ALLUCINANTE E IRRESPONSABILE. «Quanto è accaduto riguardo al ddl sulle Province è semplicemente allucinante. Di fatto si lascia nel limbo la sorte di enti e si incrementano le preoccupazioni dei dipendenti delle province che non riescono a comprendere quale sarà il loro futuro. La Regione – ha detto il presidente della Regione – non può essere l’ultima trincea della conservazione, le Province sono state abolite in tutta Italia e lo Statuto speciale deve servire ad accelerare le riforme, non a rallentarle. Spero che per qualcuno, anche questa volta, non sia occasione per attribuire al governo della Regione responsabilità che non ha, rispetto al voto parlamentare. E spero che qualche accanito critico, prenda atto dello “iato” profondo che c’è tra la richiesta che viene dalla società rappresentata dalla proposta fatta dal governo e una parte del Parlamento che non vuole cambiare nulla, per impedire che ci sia quel processo di sviluppo e crescita che la Sicilia merita. È una pagina brutta della storia di un Parlamento che negli ultimi due anni ha mostrato coraggio nel cambiamento e che, in questo caso, vuole mantenere enti intrisi di sprechi. Concordo con il segretario Raciti, occorre subito un vertice di maggioranza».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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