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Romina: «Io e Al Bano così lontani, così vicini»

Di CARMELITA CELI |

È diretta e “de core” su tutto, Romina Power, ma se si tratta di parlare dell’osmosi-simbiosi che per trent’anni ha fatto sognare mezzo mondo nonché del concerto reunion con Al Bano, oggi alle 21 al Teatro antico di Taormina, alla grazia aerea che la contraddistingue, aggiunge una circospezione da entomologa.

Dal 1997 al 2013 ci passa una vita. Che cosa è cambiato nel suo rapporto con il palcoscenico?«Moltissimo perché nel frattempo è cambiata la mia vita. Sono una buddista praticante dunque non è la stessa la percezione del palco né la visione della vita. In scena, non sono più concentrata su me stessa ma sul pubblico, guardo il viso della gente, le loro emozioni, non penso più al mio nervosismo, a come sono vestita. Non è la resa artistica ma la comunicazione che cambia segno, si pensa a quanto si dà e non a quanto si riceve».

Che cosa ha reso inossidabile la vostra complicità?«È una magia legata a due diverse qualità vocali ma alla stessa sensibilità. Certo, la Caballè ha una preparazione vocale superiore ma non si crea la chimica speciale di noi due che cantiamo insieme».

Se non a cancellare la rabbia, il buddismo le ha insegnato a convertirla in altro. Che cosa la fa ancora andare in collera?«Troppe cose non dovrebbero succedere nel mondo, siamo colpiti da una follia contagiosa. Paesi bellissimi e pieni di cultura, di arte, di condivisione, si stanno sgretolando! Una volta si poteva andare da Istanbul in India via terra ed era un’esperienza fantastica, la gente era accogliente, aperta all’altro. Mi chiedo chi abbia provocato questa sofferenza diffusa per manipolazioni politiche».

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