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Cara di Mineo, pronto (ma rinviato) lo “sfratto” per una quarantina di profughi

Di Giuseppino Centamori |

Sono ore convulse quelle che si stanno vivendo al Cara di Mineo, soprattutto per una quarantina di ospiti con il permesso in tasca e che non potranno più vivere all’interno del Centro. In partenza, dunque, con l’entrata del “Decreto Salvini”?

A quanto ci riferiscono sembrava tutto pronto ma poco prima di mezzogiorno vi è stato una sorta di dietro-front spostando l’allontanamento per la prossima settimana. Era già nell’aria e l’entrata in vigore di quel decreto legge ha prodotto i primi effetti al Cara di Isola di Capo Rizzuto e in poco tempo gli occhi sono stati puntati verso sud, rivolti nel Centro accoglienza richiedenti asilo più grande d’Europa sotto le colline di Mineo.

Che una restrizione fosse in atto lo si intuiva da una nota prefettizia in cui il ministero degli Interni ha dato mandato di cessare i percorsi di accoglienza che riguardano tutti coloro che hanno il permesso di soggiorno umanitario e che ancora vivono tra le varie strutture tra i Cas, i Cara, gli Sprar.

E’ già scattata una gara di solidarietà per accogliere i migranti che usciranno col permesso umanitario dalle strutture. Isidoro La Spina è fra coloro che si è attivato utilizzando la rete. Da anni lavora come mediatore culturale proprio al Cara di Mineo e in queste ore ha chiesto aiuti e lui per primo ha messo a disposizione il suo B&B per accogliere almeno una decina di persone sotto quel tetto a Giarre.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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