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Catania, allarme scippi in centro storico: «Donne nel mirino»

Di Concetto Mannisi |

Quanto racconta, però, è supportato da atti ufficiali che ci mostra e che in qualche caso hanno trovato risalto sulle pagine dei media.

«Nessuna forma di razzismo, mi ripeto – prosegue il nostro interlocutore – ma è innegabile che nella nostra città sia divenuta sempre più consistente la presenza di migranti provenienti da alcune zone dell’Africa: Ghana e Gambia. Costoro, a differenza dei senegalesi, che da anni sono ospiti tutto sommato tranquilli della nostra comunità, non vivono di commercio più o meno ambulante, bensì di spaccio, furti e rapine. Noi, che operiamo in attività di controllo del territorio, sempre più spesso ci ritroviamo a intervenire per le scorribande di questa gente. E sempre più spesso, negli ultimi tempi, stiamo purtroppo riscontrando l’uso della forza durante tali raid».

 

Il tutore della legge cita, relativamente al weekend, gli arresti della polizia dopo il furto di una borsa in via Etnea (due gambiani), un altro per spaccio a San Berillo (un gambiano), un altro ancora per rapina in piazza Borsellino (un gambiano). E poi sottolinea come tali fatti di cronaca siano già stati superati, purtroppo, da altri episodi nuovi.

Nella tarda serata di domenica, infatti, una ragazza che camminava sola in via Di Prima è stata raggiunta da due giovani migranti che puntavano al suo smartphone: uno ha provato a strapparglielo, la ragazza ha resistito e uno dei due delinquenti l’ha trascinata a terra per poi prenderla a calci fino a quanto la stessa non ha mollato la presa; consumato il colpo, il giovane ha provato a volatilizzarsi ma l’intervento dei carabinieri glielo ha impedito. Si tratta di un minorenne del Ghana che è stato arrestato.

La ragazza, invece, è stata soccorsa e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Garibaldi”: piangeva senza soste per il dolore e le è stata diagnosticata la frattura di due costole.

Ieri mattina, nella zona della Fiera, nuovo episodio quasi dello stesso tenore. Una donna di 31 anni è stata scippata del telefonino mentre percorreva la via Luigi Rizzo. La sua fortuna è stata che, mentre rincorreva il delinquente e urlava «al ladro» al suo indirizzo, la vittima ha incrociato una pattuglia di vigili urbani dell’ufficio Sicurezza urbana, in servizio antiborseggio, che le hanno subito dato manforte.

Il ladruncolo, non ancora diciassettenne, è stato raggiunto e bloccato in via Luigi Capuana, dove ha pure tentato di liberarsi dello smartphone lanciandolo in terra. Per lui il magistrato di turno ha disposto di procedere con la denuncia a piede libero e l’accompagnamento in una struttura di accoglienza.

«Non entro nel merito del singolo episodio – commenta l’interlocutore – però spesso capita che noi si arresti questi giovani e che gli stessi vengano immediatamente rimessi in libertà. Capisco i punti di vista di tutti, ma molti di noi per recuperare un quantitativo di droga o il bottino di un furto o di una rapina ci esponiamo a pericoli, spesso a reazioni inconsulte. Anche introdursi nelle loro roccaforti – ovvero le case diroccate al primo piano di edifici fatiscenti di San Berillo, dove si arrampicano con corde o attraverso le grondaie, per trovarvi rifugio – non è affatto semplice. Forse sarebbe il caso che anche l’autorità giudiziaria sostenesse diversamente la nostra opera. Prima che in episodi come quello di via Di Prima qualcuno si faccia molto male».

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