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Catania, proteste e blocchi contro l’avvio delle prove Invalsi

Di Redazione |

Al via le proteste del Collettivo Autonomo Studentesco che ha deciso una serie di azioni, dal blocco al boicottaggio delle prove invalsi. La protesta è iniziata oggi in concomitanza con l’avvio delle settimana in cui si svolgeranno in tutti gli istituti le prove. Stamattina la protesta è approdata davanti il Liceo Classico Mario Cutelli, dove gli studenti e le studentesse hanno deciso con volantini e striscioni di bloccare il regolare svolgimento delle prove. Una protesta che è stata annunciata per tutta la settimana per le scuole catanesi.

«Le prove Invalsi, che dall’anno prossimo saranno obbligatorie e non più opzionali né tantomeno saranno anonime, sono un metodo di valutazione che danneggia gli studenti e gli istituti» ha detto Luciano Palmeri, del Collettivo Autonomo Studentesco. «Le invalsi – ha aggiunto – sono state istituite dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione con lo scopo di “effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni”. Questa è la definizione che il Ministero ci rifila per convincerci che le invalsi siano uno strumento valido e utile per noi studenti. Sappiamo che non è così. Abbiamo imparato a nostre spese che l’unico scopo per cui sono state ideate è quello di omologare gli studenti e catalogare le scuole tra seria A e serie B».

«Ogni anno sotto la vigilanza del Miur vengono stanziati 8 milioni di euro, quota che varia e aumenta di anno in anno, soldi che coprono le spese del personale, il funzionamento dei test e la partecipazione dell’Italia alle indagini Internazionali. Un sistema che mira ad annullare lo studente, fornendo una valutazione che senza alcun criterio logico seleziona gli studenti buoni da quelli cattivi. Questo avviene attribuendo attraverso i risultati dei test un punteggio ad ogni scuola e, paradossalmente, premiando le scuole con il punteggio maggiore e lasciando soli gli istituti che necessiterebbero di un aiuto finanziario e di una attenzione maggiore da parte dello Stato» ha aggiunto Teresa, un’altra studentessa del Collettivo Autonomo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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