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«Ritrovare la fiducia nel Comune»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – «C’è una forte dialettica interna tra il gruppo consiliare di Art. 4 e l’amministrazione sul futuro e lo sviluppo della nostra città». Lo ha detto ieri sera il deputato regionale Pd Luca Sammartino a margine del dibattito alla festa dell’Unità sulla scommessa futura delle Autonomie locali. Sammartino che negli ultimi mesi ha ingaggiato un «braccio di ferro» col sindaco Bianco sulle procedure della vita amministrativa sembra comunque voler tenere o voler riaprire la porta del dialogo e della compattezza del partito, forse anche chiamato a farlo da autorevoli esponenti in campo nazionale che certo non hanno potuto non cogliere a Catania la frammentazione del Pd

Ma allora deputato Sammartino, si sana o no questa forte dialettica interna col sindaco Bianco?

«Le dialettiche all’interno di un grande partito servono a costruire percorsi di miglioramento. Io credo che il nostro gruppo consiliare abbia dimostrato in questi tre anni un’altissima affidabilità e che abbia guidato questa città nei momenti più bui con grande coerenza, affidabilità e spirito di squadra. Ho letto spesso sui giornali che la partita si riduce a semplici e meri posizionamenti politici. Art. 4 e i dirigenti del Pd hanno dimostrato di non essere attaccati alle poltrone, ma al bene della città».

Ma addebitate o no al sindaco Bianco qualche colpa?

«Credo che nella fase in cui ci troviamo a Catania e anche in vista della nuova ristrutturazione degli organi intermedi di area vasta la politica debba parlare un linguaggio vicino ai cittadini e i catanesi devono poter ritrovare fiducia nella politica etnea e quindi nelle istituzioni del Comune».

Quindi voi ritenete il sindaco Bianco lontano dalla città?

«Ma questo lo ha detto lei…».

Nonostante i distinguo il dialogo sarebbe stato proprio riavviato grazie anche a interferenze nazionali. Lo dicono a mezze frasi alcuni esponenti vicini ad Art. 4. Lo dicono altrettanti referenti dell’entourage del sindaco Bianco che comunque all’apertura della festa aveva chiesto al partito di ritrovare compattezza. E lo si è notato anche ieri sera, durante il dibattito, attraverso le strette di mano e le pacche sulle spalle dei vari esponenti presenti nel padiglione che si sono salutati calorosamente sia dall’una che dall’altra parte. Qualche segnale di freddezza forse lo si è notato tra i due veri referenti di questo scontro, il sindaco Bianco da un lato, e i deputati Sammartino e Valeria Sudano dall’altro, che si sono fatti sostenere da numerosi esponenti in sala. Bianco, oltre che la presidente del Consiglio sul parterre, Francesca Raciti, ha schierato molti capigruppo consiliari e assessori e tra questi il vicesindaco Consoli e poi Villari, Scialfa e D’Agata. Sammartino poteva contare sul deputato reg. Sudano, ma anche sul senatore Mimmo Sudano, sul capogruppo di Art. 4 Lombardo e su numerosi consiglieri. In sala anche l’ex assessore Angela Mazzola. Alla fine il dibattito sul tema «Innovare in Sicilia. Le autonomie alla prova del cambiamento» ha attirato l’attenzione di una platea attente che ha colto l’importanza del tema per il futuro delle autonomie, ma che, allo stesso tempo non ha mancato di puntualizzare se la presenza dei due contendenti tra i relatori potesse significare la fine di una divergenza che rischia di creare in casi estremi maggioranze diverse da quella emersa dalle elezioni.

Quanto al dibattito vero e proprio il sindaco Bianco ha fissato l’attenzione sul futuro delle città metropolitane e su come superare il nodo dei precari. Il sen. D’Alia invece anche sull’importanza del «sì» al referendum come la battaglia delle battaglie per dare input alle autonomie. Sul palco, oltre a Bianco, Sammartino, D’Alia anche la capogruppo reg Pd Alice Anselmo oltre che diversi esperti del settore.

Archiviata la festa del Pd saranno i fatti a dire se saremo ancora davanti a «separati in casa», a «parenti serpenti» o a «dottor Jekyll-mister Hyde», oppure davanti a due amici-nemici che hanno ritrovato almeno qualche sintonia…

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