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Pressing sull’obbligo del vaccino ai prof

In campo i presidi: "Altrimenti negare le lezioni presenza"

Di  Lorenzo Attianese |

Ripartire a settembre con le lezioni in presenza, ma anche con provvedimenti affinché il virus non circoli tra i banchi. Aumenta il fronte dei favorevoli all’obbligo del vaccino per il persone scolastico: in campo scendono anche i presidi, in attesa di incontrare il ministero dell’Istruzione in vista del ritorno dei ragazzi negli istituti a settembre. E se le Regioni auspicano almeno l’applicazione del green pass nelle scuole in cui dovessero verificarsi eventuali focolai, i dirigenti scolastici ritengono che «bisogna andare oltre», serve vincolare il lavoro degli insegnanti alla loro immunizzazione, altrimenti negare l’insegnamento in presenza. Ovvero la Dad come ultima ratio per far fronte agli irriducibili del vaccino. «Serve l’obbligo per il personale scolastico», chiarisce senza mezzi termini l’Associazione nazionale presidi. 

 La categoria dei docenti sembra essere l’unica al momento indicata per poter seguire la scia di quanto già imposto ai sanitari. Su questo «il confronto è in atto», spiega la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra, ed «è una discussione che si deve fare laicamente, ma – sottolinea – la mia opinione è che si possa arrivare a questo». Da un punto di vista legislativo la mobilitazione è già partita. Dopo aver presentato in Parlamento il ddl sull'obbligo ai prof, la promotrice del provvedimento – Licia Ronzulli, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia – ha consegnato il documento direttamente al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, auspicando una velocizzazione dell’iter così com'è successo per medici e infermieri.

Il pressing arriva anche dal presidente della Commissione Istruzione, Riccardo Nencini, il quale ha chiesto l’audizione di Bianchi, prevista per la prossima settimana, ed ha annunciato che porrà la questione. Il prossimo 27 luglio il ministro incontrerà i sindacati per discutere della ripartenza e anche in quella circostanza sarà invocato dalle categorie un provvedimento forte. I dirigenti sottolineano comunque la necessità di un «lavoro di pulizia sulle banche dati delle vaccinazioni» dell’intera popolazione, che vanno incrociate con quelle dei dipendenti della pubblica istruzione, perché da un certo momento si è proceduto solo alle somministrazioni per fasce di età (dunque anche di docenti e personale scolastico che non ha dichiarato la qualifica al momento dell’inoculazione): per questo la cifra degli effettivi immunizzati nelle scuole rischia di essere «un pò aleatoria». 

 E proseguono – ancora nelle prossime ore – le riunioni al ministero sul protocollo di sicurezza per la riapertura, anche alla luce dell’ultimo parere fornito dal Cts. In quel verbale il Comitato Tecnico Scientifico aveva avanzato «una forte raccomandazione al decisore politico, affinché ogni sforzo sia fatto per raggiungere un’elevata copertura vaccinale», anche "attraverso l’individuazione delle ulteriori misure, anche legislative». Argomenti sul quale il ministro rifletterà insieme agli esperti e alle autorità di Governo. I primi provvedimenti in vista del prossimo settembre intanto sono già arrivati: sul "trasporto scolastico dedicato», è stato istituito al ministero delle Infrastrutture un fondo di 150 milioni di euro per il 2021 a favore delle amministrazioni comunali, come ha annunciato il titolare del dicastero, Enrico Giovannini, proprio per potenziare questo aspetto. 

 Le annunciate sospensioni continuano invece ad arrivare per il personale degli ospedali che ha rifiutato le dosi: sono state avviate anche a Vicenza e provincia le prime sospensioni dei sanitari non vaccinati contro il Covid e se questi ultimi dovessero poi presentare in futuro il certificato vaccinale sarà attivata la procedura di revoca del provvedimento.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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