Notizie Locali


SEZIONI
Catania 19°

Cronaca

Bufera al Comune di Naro Arrestato l’assessore ai rifiuti

Di Redazione |

I Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento hanno sottoposto agli arresti domiciliari l’assessore con delega all’Urbanistica, all’Edilizia Pubblica e Privata, ai Rifiuti e al Servizio Idrico Integrato del Comune di Naro Franceso Lisinichia di 49 anni.

L’accusa è di tentativo di indebita induzione a dare o promettere somme di denaro. Il provvedimento, emesso a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento, fa riferimento ad una serie di pressioni che l’amministratore pubblico avrebbe esercitato nei confronti del titolare della ditta concessionaria del servizio di raccolta dei rifiuti, per ottenerne la promessa di stipula di un contratto di guardiania, per oltre 65 mila euro annui, a favore di un istituto di vigilanza privata del palermitano. Per conseguire l’obiettivo l’assessore – spiega un comunicato del comando provinciale dei carabinieri di Agrigento- avrebbe fatto ricorso a «velate minacce di provvedimenti sanzionatori, a fronte di generiche e fantomatiche mancanze nell’assolvimento del servizio di raccolta» e ad «allusioni a possibili danneggiamenti dei mastelli destinati alla raccolta differenziata».

Lisinicchia finito agli arresti domiciliari dopo la firma dell’ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip Alessandra Vella, avrebbe offerto – e con insistenza – il servizio di un istituto di vigilanza privata. E lo avrebbe fatto «con condotte insistenti nel tempo che arrivavano a millantare, o comunque ad offrire, una protezione non soltanto a 360 gradi politica, ma anche nei confronti delle famiglie mafiose di Naro» ha spiegato, in conferenza stampa, il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che ha coordinato, assieme al sostituto Chiara Bisso, l’inchiesta.

«L’appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti a Naro era già stato vinto, in maniera pulita, dall’imprenditore di Gela e la gara non era in discussione – ha chiarito Vella – l’impresa stava predisponendo mastelli, mezzi e personale per avviare la raccolta differenziata che era stata già vinta regolarmente. Dopo l’assegnazione, l’assessore si era presentato dicendo – ha ricostruito il procuratore aggiunto di Agrigento – che avrebbero potuto avere problemi a stare a Naro, sia perché lasciavano questo materiale: “quasi 100 mila euro di mastelli, contenitori che possono sempre prendere fuoco”, questo diceva l’assessore e, per rincarare la dose, oltre ad offrire una protezione politica a 360 gradi diceva che si sarebbe fatto referente, punto di riferimento per stoppare eventuali richieste delle famiglie mafiose di Naro. Per quello che sappiamo noi – ha sottolineato il magistrato – non ci sono questi riscontri». L’ex assessore avrebbe dunque millantato. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA