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Catania, spacciavano all'ombra dei clan

Catania, spacciavano all’ombra dei clan nelle piazze di San Cristoforo e Zia Lia

Il blitz della Squadra mobile: arrestate 9 persone VIDEO 1 - 2 - 3 FT

Di Redazione |
La Squadra Mobile di Catania, su delega della Dda etnea, ha arrestato 9 persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Catania.
In manette sono finiti Andrea Cambria, 53 anni, pregiudicato, (già detenuto per altra causa); Santo Strano, 50 anni, inteso “Facci i Palemmu”, pregiudicato, (già detenuto per altra causa); Sebastiano Cambria, di 25 anni inteso “Sebi”, pregiudicato; Alessandro Di Benedetto 50 anni, inteso “Sandro”, pregiudicato; Orazio Conte, 43 anni, inteso “Orazio 3 carte”, pregiudicato; Alfio Costa, 44 anni, inteso “Simone”, pregiudicato; Giovanni D’Angelo, di 35 anni, inteso “Scinni ‘mpuntu”, pregiudicato; Mario Carmelo Cambria, 30 anni, inteso “Melo”, pregiudicato (già detenuto per altra causa) Mario Gerbino, di 48 anni pregiudicato (già detenuto per altra causa).
 
 

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Tutti accusati a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nonché di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di avere favorito i clan Cappello – Bonaccorsi e di essere un’associazione armata.
 
 
L’inchiesta della Squadra Mobile è relativa al periodo tra l’ottobre del 2011 e il giugno 2012, dalla quale è emersa l’esistenza di un’associazione criminale, organizzata e promossa da Andrea Cambria, Orazio Conte, Mario Gerbino e Santo Strano, dedita al traffico di marijuana e cocaina, sull’asse Calabria – Catania ed allo spaccio nel capoluogo etneo. Le indagini hanno fatto emergere che l’associazione aveva il suo fulcro nel nucleo familiare di Andrea Cambria, composto dallo stesso e dai figli Mario Carmelo e Sebastiano. Quest’ultimo, con la collaborazione di Mario Gerbino,  Santo Strano e Alessandro Di Benedetto, si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente – privilegiando il mercato calabrese anche grazie a comprovati rapporti con le “ndrine” della Piana di Gioia Tauro (RC) – e della successiva commercializzazione al dettaglio curata dai due figli che gestivano due «piazze di spaccio» ubicate a San Cristoforo e Zia Lisa. 
 
 
Santo Strano detto “Facci ì palemmu”, proprio per il suo carisma criminale derivante dal ruolo di vertice rivestito nell’ambito della famiglia Cappello – Bonaccorsi offriva una copertura mafiosa che permetteva all’organizzazione di potere operare sul territorio, garantendo la riscossione dei crediti vantati nei confronti dei clienti – acquirenti. 
 
Orazio Conte, cognato di Andrea Cambria, collaborava nella gestione della piazza di spaccio unitamente ai nipoti Sebastiano Cambria e Mario Carmelo Cambria provvedendo contestualmente al pagamento degli stipendi dei detenuti.  Gli indagati usavano anche un linguaggio criptico dove la droga veniva chiamata “armani” – “arancini”- “giubbotti” – “cartocciate”.
 
Nel corso dell’inchiesta alcuni indagati erano già stati arrestati come ad esempio, nel novembre 2011, Mario Gerbino, trovato in possesso di 6,5 chili di cacaina, di 4 pistole, di cui due revolver, una semiautomatica cal.9 x21 e una pistola automatica cal.9 e 2 fucili a pompa, munizionamento e un’ingente somma di denaro contante (quasi mezzo milione di euro) oltre a vari appunti manoscritti, a conferma dell’illecito traffico; il 2 giugno del 2012, fu invece arrestato Alessandro Di Benedetto, perché trovato in possesso di quasi dieci chili di cocaina.
 
Stanotte, nel corso della notifica dei provvedimenti cautelari, a casa di Sebastiano Cambria è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 40.520 euro.
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