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Coronavirus, caccia ai movimenti degli “infetti” in Sicilia: effettuati 70 test, tutti negativi

Di Mario Barresi |

PALERMO – Nelle 93 stanze dell’albergo chiuso sono rimasti soltanto loro. Gli “infetti” bergamaschi. Una beffarda legge del contrappasso, per i padani in vacanza nella capitale più a Sud delle regioni terrone. «Ma quando arrivano i risultati?», è la domanda che scorre in tarda serata fra i 27 prigionieri del Mercure. Proprio in quel momento, al Policlinico di Palermo, stanno per scrivere, seppur ancora ufficiosamente la parola fine, nel film dell’orrore vissuto dalla comitiva dei primi tre contagiati di Coronavirus in Sicilia. I risultati ufficiali arrivano questa mattina: tutti negativi i test effettuati. La donna risultata positiva al coronavirus è stata posta in isolamento alle 14.30 di lunedì. Prima in albergo, poi il nucleo dei vigili del fuoco Ncbr appena avuto conferma del primo tampone positivo l’ha portata all’ospedale Cervello con trasporto a pressione negativa. Il marito, invece, al primo test era risultato negativo: la potenziale infezione, così come per un altro uomo della comitiva, è arrivata dopo un secondo controllo.

Non ci sono al momento altri altri positivi ai tamponi, che – così come tutti gli altri – sono stati inviati anche all’Istituto nazionale di Sanità. In tutto una settantina, quelli effettuati ieri per venire a capo del «focolaio secondario» importato a Palermo. Ma anche decine di altre persone che hanno incrociato i bergamaschi nella loro permanenza a Palermo. Già, perché adesso è soprattutto questa la priorità della macchina dei controlli disposti dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza.

Il gruppo di turisti è arrivato in città il 21 febbraio con un volo low cost da Orio al Serio, quando ancora non erano stati attivati i controlli in ingresso. Ed è proprio dall’aereo che comincia la storia del potenziale allargamento del contagio. Il protocollo internazionale di sicurezza prevede che si facciano controlli su persone sedute due file avanti e due file dietro la persona contagiata. Nonostante questo l’Asp di Palermo sta provando a contattare tutti i passeggeri tramite i recapiti forniti dalla compagnia aerea. Ed è anche per questo che il numero di test, già a partire da oggi, sarà esteso ad altre decine di persone.

Cosa hanno fatto a Palermo? Dove sono stati? Le cene, i monumenti visitati, le eventuali escursioni. Un’importante collaborazione sta arrivando, secondo quanto trapela dal dipartimento regionale Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico e dalle autorità sanitarie palermitane, da un bergamasco di mezz’età, una sorta di organizzatore del tour a Palermo, che ha fornito il dettaglio di tutti gli spostamenti. Secondo una prima ricostruzione il gruppo non sarebbe uscito dalla città. L’autista del pullman che ha trasportato il gruppo ha contattato ieri mattina il 118 dicendo di non avere alcun sintomo e di essersi posto in autoisolamento. Pure per lui tampone, con esito che sarebbe negativo.

Un altro capitolo riguarda il personale dell’albergo. Anche in questo caso il risultato esclude ogni ipotesi di contagio. Nonostante i test abbiano dato esito negativo rimarranno ancora in quarantena all’interno dell’hotel Mercure, a Palermo, i 26 turisti e il personale della struttura sulla base delle disposizioni previste dal protocollo per chiunque sia entrato a contatto con soggetti risultati invece positivi.

Qualche polemica, invece, s’è registrata fra gli ospiti non compresi nel gruppo bergamasco, dirottati dalla tarda mattinata in altri hotel. «Non abbiamo paura, ma notiamo che c’è molta confusione. Noi veniamo da Mestre, siamo arrivati a Palermo domenica. In albergo – dicono due turisti veneti all’Ansa – ci hanno detto che dovevamo andare via e cercare un altra sistemazione perché qui potevano rimanere solo gli ospiti sottoposti a controllo».

Sul perché del mancato controllo la laconica risposta di Razza e di Nello Musumeci nella conferenza stampa di ieri sera: «Non era previsto dal protocollo». Ma alcuni dei clienti del Mercure avrebbero autonomamente contattato i numeri d’emergenza, chiedendo di essere sottoposti pure loro al test. Si capirà di più nelle prossime ore.

Così come sarà più chiaro, dopo che Asp e assessorato riceveranno gli esiti dei colloqui in programma questa mattina, l’esatta dimensione del “tour degli infetti”. A partire dal racconto della donna di 61 anni che passerà alla storia come prima “siciliana” contagiata dal Coronavirus. Con 37,4 di febbre, «ma in condizioni di lucidità», fino a ieri sera, ha collaborato sottoponendosi al questionario come tutti gli altri. Ed è da qui che si riparte.

Twitter: @MarioBarresi

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