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Cronaca

Così la mafia sta provando ad approfittare della pandemia

Di Redazione |

Le organizzazioni criminali sono pronte a cogliere il difficile momento legato all’emergenza coronavirus come “un’ulteriore opportunità di espansione” dei loro affari e un’occasione per ampliare il loro consenso. E’ quanto emerge dalla relazione della Dia, relativa al secondo semestre 2019, che dedica una sezione speciale all’emergenza Covid-19. Secondo la Dia, la “paralisi economica” causata dall’emergenza “può aprire alle mafie prospettive di espansione e arricchimento paragonabili ai ritmi di crescita che può offrire solo un contesto post-bellico”. Inoltre, ancor più in questo momento di crisi, le organizzazioni criminali attuano “un vero e proprio investimento sul consenso sociale”. “Saranno i lacciuoli della burocrazia – spiega ancora la Direzione Investigativa Antimafia nel rapporto – che potranno favorire le mafie nell’accaparrarsi gli stanziamenti post Covid, con danni particolarmente rilevanti per il Sistema Paese”. 

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Secondo la Dia, occorre quindi “una strategia di prevenzione antimafia adattativa” con un sistema che “dovrà necessariamente essere duttile, adattabile e dinamico”. In riferimento alle scarcerazioni dei boss nel periodo dell’emergenza, la Direzione Investigativa Antimafia spiega che “qualsiasi misura di esecuzione della pena alternativa al carcere per i mafiosi rappresenta un vulnus al sistema antimafia” con “riflessi negativi” perchè rappresenta “l’occasione per rinsaldare gli assetti criminali sul territorio”, può “favorire faide tra clan rivali” e può avere ripercussioni sulla percezione della popolazione, la quale potrebbe convincersi che “mentre la sentenza della mafia è certa e definitiva, quella dello Stato può essere provvisoria e a volte effimera”. 

Inoltre, l’infiltrazione negli enti locali è per le mafie “irrinunciabile”. Nel 2019 sono stati sciolti per mafia “20 Consigli comunali e 2 Aziende sanitarie provinciali, che si sono aggiunti alle 29 Amministrazioni ancora in fase di commissariamento. In totale – ricorda la relazione -, il Paese si è trovato a fronteggiare ben 51 Enti in gestione commissariale per infiltrazioni mafiose, di cui 25 in Calabria, 12 in Sicilia, 8 in Puglia, 5 in Campania e 1 in Basilicata: si tratta del numero, in assoluto, più rilevante dal 1991, anno di introduzione della norma sullo scioglimento per mafia degli enti locali”. “A questi 51 – prosegue la Dia -, nell’anno in corso, durante la stesura della Relazione semestrale, se ne sono aggiunti altri 6, con 1 che merita una menzione particolare, quello di Saint Pierre in Valle d’Aosta, il primo in assoluto per questa regione”.

Inoltre, l’infiltrazione negli enti locali è per le mafie “irrinunciabile”. Nel 2019 sono stati sciolti per mafia “20 Consigli comunali e 2 Aziende sanitarie provinciali, che si sono aggiunti alle 29 Amministrazioni ancora in fase di commissariamento. In totale – ricorda la relazione -, il Paese si è trovato a fronteggiare ben 51 Enti in gestione commissariale per infiltrazioni mafiose, di cui 25 in Calabria, 12 in Sicilia, 8 in Puglia, 5 in Campania e 1 in Basilicata: si tratta del numero, in assoluto, più rilevante dal 1991, anno di introduzione della norma sullo scioglimento per mafia degli enti locali”. “A questi 51 – prosegue la Dia -, nell’anno in corso, durante la stesura della Relazione semestrale, se ne sono aggiunti altri 6, con 1 che merita una menzione particolare, quello di Saint Pierre in Valle d’Aosta, il primo in assoluto per questa regione”. 

Il quadro che emerge dal rapporto è quello di una criminalità organizzata che dà segnali di “allargamento” in quanto “sempre capace di intercettare i settori potenzialmente più redditizi”. Tra questi, quello “dei giochi e delle scommesse, attorno al quale sono andati a polarizzarsi gli interessi di tutte le organizzazioni mafiose, dalla camorra alla ‘ndrangheta, dalla criminalità pugliese a cosa nostra, in alcuni casi addirittura consorziandosi tra di loro. Nel ‘panierè degli investimenti criminali, il gioco rappresenta uno strumento formidabile” diventando, secondo la relazione, dopo i traffici di stupefacenti “il settore che assicura il più elevato ‘ritornò dell’investimento iniziale, a fronte di una minore esposizione al rischio”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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