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Eni: procede riconversione "verde" raffineria Gela

Eni: procede riconversione “verde” raffineria Gela

Il progetto di riconversione «verde» della raffineria di Gela «procede speditamente e in linea con il programma previsto nel protocollo d’intesa» firmato nel novembre del 2014 con Stato, Regione, Comune e sindacati

Di Redazione |

Il progetto di riconversione «verde» della raffineria di Gela «procede speditamente e in linea con il programma previsto nel protocollo d’intesa» firmato nel novembre del 2014 con Stato, Regione, Comune e sindacati. Lo hanno detto oggi il capo del settore Refining e Marketing dell’Eni, Salvatore Sardo, e il responsabile del «Progetto Gela», Luigi Ciarrocchi, illustrando l’attività svolta dopo appena due mesi dal rilascio delle autorizzazioni.

Per la costruzione della Green Refinary, nei 70 cantieri aperti sono stati utilizzati 130 dipendenti dell’indotto che diventeranno 250 entro la fine dell’anno, con una spesa prevista di 400 milioni di euro sui 2,2 miliardi del pacchetto di investimenti programmato. Appaltata, con un anno d’anticipo, la costruzione dell’impianto «Steam Reforming» per la produzione dell’idrogeno necessario alle 750 mila tonnellate di biocarburanti che usciranno dalla nuova raffineria alimentata a olio di palma. L’entrata in esercizio della Green Refinery, che a regime occuperà 400 dipendenti Eni, è prevista entro la fine del 2017. Nel frattempo proseguono i lavori di risanamento ambientale delle aree dismesse, con 24 cantieri aperti e 82 milioni di euro spesi. Resta ferma la bonifica degli ex impianti Isaf per il mancato rilascio delle autorizzazioni ambientali.

Vanno avanti invece i lavori di ricerca e consolidamento dei pozzi petroliferi a terra mentre vengono confermati gli investimenti per lo sfruttamento dei giacimenti di gas off shore “Argo» e «Cassiopea», in attesa che la Cassazione si pronunci sui ricorsi presentati dagli ambientalisti e da 4 comuni siciliani. L’Eni ha nel frattempo assegnato una prima tranche di 1,2 milioni dei 32 previsti per le opere di compensazione al territorio. Confermati anche i centri di «formazione della sicurezza», lo studio di fattibilità di una «chimica verde» a Gela e annunciati un centro ricerca per l’innovazione tecnologica. Un drone subaqueo, il «Clean Sea», appena sperimentato dall’Eni e capace di scendere a tremila metri di profondità, sorveglierà i fondali dei giacimenti gelesi per prevenire ogni forma di inquinamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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