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Le lacrime di coccodrillo di un Paese fragile…

Di Antonello Piraneo |

Non occorre certo la competenza di un ingegnere strutturista per farci comprendere quanto sia fragile l’Italia. L’apocalisse di Genova sarebbe potuta accadere in qualsiasi altra parte d’Italia – Nord e Sud qui non differiscono – in qualsiasi altro momento. Perché viviamo sotto perenne emergenza: sismica, idrogeologica, urbanistica, infrastrutturale. Lo dimentichiamo e litighiamo sul Ponte, sulla Tav, su un’opera grande o piccola che sia, dividendoci in “sacerdoti del sì” e “ultras del no”, tutti prigionieri di pre-giudizi ideologici che ci fanno perdere di vista la madre di tutte le priorità: mettere in sicurezza le nostre città che abbiamo stravolto e violentato, forti di condoni e scappatoie. Ce ne ricordiamo soltanto dopo, dopo che avviene l’irreparabile. Così oggi, giorno della festa di mezza estate, l’Italia piange lacrime di coccodrillo.

Il “cantiere Italia” ha costi immensi, vista la situazione, che in Sicilia rischia di essere persino più grave. È vero: serve che l’Europa allenti i i vincoli di bilancio per consentire una maxioperazione di risanamento non più rinviabile, come ha detto ieri a Catania il vicepremier Salvini. Ecco, questo è un buon motivo per battere i pugni sui tavoli dell’Ue. Non lo si faccia soltanto per chiudere i porti a poveri disgraziati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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