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Maestra choc ad Acicatena, botte e insulti ai bimbi: «Teste di scecco»

Di Mario Grasso |

Acicatena. Per settimane le videocamere dei carabinieri della Compagnia di Acireale hanno ripreso e registrato quel che accadeva in una delle classi di seconda elementare del “Primo circolo Emanuele Rossi”. Uno scrutare discreto e silenzioso che ha permesso di dare voce alla denuncia di due genitori che, nel corso dell’anno scolastico, avevano notato come il proprio figliolo, un bimbo di 7 anni appena, avesse quasi timore di andare a scuola. Perché, cosa lo preoccupava? la risposta è arrivata quando i carabinieri hanno notificato a una insegnante di 59 anni, O. L. R. il provvedimento del Gip di Catania che sospende la maestra dall’insegnamento per 12 mesi. La donna, incensurata e stimatissima in paese, è indagata per maltrattamenti e lesioni volontarie aggravate che sarebbero state consumate a scuola, durante l’orario di lezione, ai danni degli alunni.

I GENITORI: ANDAVA ARRESTATA

Una bomba, che è deflagrata ieri, quando i militari dell’Arma hanno deciso di diffondere quello che sembra essere solo un piccolo stralcio della documentazione video raccolta in ore e ore di registrazione: colpi alla nuca, al viso o sulle mani, bacchettate, strattoni…

Maltrattamenti fisici ma, raccontano i carabinieri, anche psicologici: piccoli bimbi condizionati al volere della maestra. C’è «differenza tra amore e autorevolezza, giusti e corretti, e violenza», commenta amaramente la dirigente scolastica Nunzia Grillo, attonita dopo aver visto il video discretamente coperto nei volti per salvaguardare la privacy dei bimbi. «I picciriddi non si toccunu» dicono in piano Umberto, dove ieri sera non si parlava d’altro. Tutta Aci Catena è rimasta a guardare e riguardare il breve ma scioccante filmato. «Vedi? I vestiti della maestra, dei ragazzi sono diversi: non si tratta di cosa di un giorno, no proprio no», sottolinea un impiegato.

Il dito è puntato contro la donna su cui nessuno prima – almeno per quel che è dato sapersi – aveva obiettato alcunché. Anzi. Chi la conosce non crede ai propri occhi, e non riesce a capire cosa possa essere accaduto in quella classe.

«Se sono discoli, e dai filmati non mi è sembrato fosse così, devi trovare un metodo alternativo per aiutarli a crescere: non è ammissibile picchiarli» dice un nonno che confida quasi in lacrime di avere una nipotina a scuola, ma in un’altra classe.

Davanti ai video, il giudice, ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica di Catania che aveva delegato ai carabinieri di Acireale, guidati dal capitano Giovanni Rubino, l’indagine. Che rimane aperta.

Nella scuola elementare di via Francesco Strano, sede del circolo didattico intitolato a un grande luminare locale, Emanuele Rossi, che va avanti tra progetti di eccellenza e quotidianità educativa, l’aria è ovviamente pesante. Bocche tappate e sguardi che guardano all’infinito: «E chi poteva supporre una cosa del genere?» dice una maestra che preferisce rimanere nell’anonimato. Pochi ritengono che l’indagata possa aver fatto ciò che si è visto in tv e web. «Io ho grande stima di lei. Ma quelle sono le immagini…». dice ancora l’insegnante “anonima”.

Le intercettazioni ambientali e video filmate hanno permesso di «accertare lo stato di soggezione e di timore in cui i bimbi quotidianamente vivevano all’interno della classe durante l’orario scolastico, costretti a subire i maltrattamenti della maestra che li mortificava sistematicamente» spiegano i carabinieri.

Li chiamava «testa di sceccu» ma questa è forse una offesa minima, quasi un intercalare: «Vedere dei bimbi inermi picchiati non trova giustificazione: ok le parole, forse e non sempre, ma botte mai» dice una mamma.

La dirigente della scuola, prof. Nunzia Grillo, annuncia che si costituirà parte civile in caso di attivazione del processo «al fianco delle famiglie, come insegnante e come mamma».

La scuola è sconvolta, il dirigente scolastico si dice incredulo: «Non abbiamo avuto segnalazioni chiare, per iscritto, su eventuali problemi che erano stati accennati in quella classe d’eccellenza da qualche genitore non da docenti; poi nessuno è più venuto, quindi pensavo che qualora vi fosse stato qualcosa si fosse risolto» dice la Grillo. Il dirigente racconta che le famiglie avevano scelto quella insegnante proprio per le garanzie offerte. Adesso però la sospensione dall’impiego per 12 mesi e l’arrivo in classe di una insegnante supplente. Fino a metà giugno. Poi si vedrà.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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