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Mafia, Micalizzi il vecchio boss nemico di Riina dopo il carcere torna a Palermo al vertice clan

I retroscena dell'operazione "Metus" che ha portato a 11 arresti per mafia

Di Redazione |

Si è fatto 20 anni di galera e scarcerato, dopo una breve parentesi a Firenze, è tornato a Palermo al vertice della famiglia mafiosa di Partanna Mondello Michele Micalizzi, coinvolto nell’inchiesta dei carabinieri insieme ad altre 10 persone. Micalizzi, 73 anni, nemico giurato del boss Totò Riina, è il genero dello storico capomafia Rosario Riccobono, assassinato dai corelonesi durante la seconda guerra di Mafia. Anni di esperienza nel narcotraffico, rapporti strettissimi con i trafficanti thailandesi, il padrino alla guida del clan si serviva di fedelissimi come Gianluca Spanu e Francesco Adelfio. Micalizzi si muoveva con cautela per sfuggire alle indagini, certo che i carabinieri lo stessero tenendo d’occhio. In una intercettazione con boss Tommaso Inzerillo chiedeva: “ci ascoltano? Sicuro sei?”. E l’interlocutore gli rispondeva: “al 99 per cento”. Allora Micalizzi ricordava come i “cugini” mafiosi americani erano riusciti a eludere le “cimici”. “Gli americani erano sofisticati – spiegava – entravano nei negozi si spogliavano, compravano vestiti nuovi, scarpe nuove perché glieli infilavano pure nei tacchi delle scarpe (le microspie ndr) e i vestiti li buttavano e li arrotolavano dentro i sacchi e se ne andavano in campagna a parlare”. 

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