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Milo, l’unico panificio non emette 4 scontrini

Milo, l’unico panificio non emette 4 scontrini Licenza sospesa, niente pane per sei giorni

I controlli della GdF: evasione fiscale di 8 euro in quattro anni

Di Francesco Vasta |

«Abbiamo sbagliato e abbiamo pagato, ma adesso una legge troppo severa ci impone di chiudere, è incredibile». Gaetano Marino, da ventotto anni l’unico panettiere di Milo, paese di un migliaio di abitanti ai piedi dell’Etna, racconta assieme alla moglie Giovanna tutta l’amarezza provata ieri mattina, quando la Guardia di finanza di Riposto ha posto i sigilli agli ingressi del suo panificio, una bottega accanto alla porta di casa, lungo la strada per la montagna.

L’Agenzia delle Entrate ha contestato a questo piccolo imprenditore, originario di Santa Venerina, la mancata emissione di quattro scontrini – uno per anno, dall’estate del 2011 al settembre del 2014 – per un incasso totale di otto euro e trenta centesimi sottratti al controllo fiscale. È proprio l’ammontare irrisorio della cifra che sembra stridere nettamente con l’entità della sanzione, esecutiva appunto da ieri, erogata sulla base del decreto legislativo n. 471/1997 che, con le successive modifiche, disciplina i provvedimenti per violazioni non penali in materia di imposte dirette e Iva: sei giorni di sospensione della licenza che consente l’esercizio dell’attività.

Insomma, niente pane a Milo fino al prossimo lunedì e ferie forzate, non pagate, per i quattro dipendenti impiegati nel forno. Il panettiere spiega di aver pagato «puntualmente, e per questo mi sono state ridotte a un terzo» tutte le multe che hanno fatto seguito ai diversi controlli della Guardia di finanza. Le irregolarità, tuttavia, finiscono per sommarsi e determinare «punizioni illogiche», a dispetto dei valori effettivamente in gioco. Certo, per molti residenti non sarà difficile organizzarsi, in attesa del ritorno alla produzione del panettiere di fiducia: a bloccarsi di sicuro, però, sarà il servizio a domicilio che la famiglia Marino organizza per rifornire i numerosi anziani, che difficilmente si muovono di casa, di Milo e delle contrade vicine.

«Le autorità competenti dovrebbero riflettere sull’entità del danno che questa chiusura arrecherà, non solo a noi titolari e ai lavoratori che ci danno una mano, ma all’intera nostra piccola comunità – sottolinea Marino – Mi chiedo se la legge sia davvero uguale per tutti o se, in realtà, applicandola si creano solo disparità che ostacolano l’economia del paese e il lavoro della gente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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