Aprire le chiese per la Messa di Pasqua, pur rispettando le norme di sicurezza. E’ quello che chiede il leader della Lega Matteo Salvini. «Sostengo la richieste di coloro che dicono di poter entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la Messa di Pasqua, magari un po’ alla volta, in quattro o cinque. C’è un appello promosso da Tempi ai vescovi italiani:, rispettando le distanze, in numero limitato, la santa di Pasqua per milioni di italiani può essere un momento di speranza».

Ma la richiesta di Salvini fa discutere. «Caro #Salvini, oggi le chiese sono chiuse, perché noi preti rispettiamo la legge del nostro paese. Obbediamo ai nostri vescovi e non a te. Non usiamo il nostro popolo, ma lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune. #domenicadellepalme», gli risponde Lo scrive su twitter don Pino Pirri, giovane sacerdote marchigiano, conosciuto per la sua collaborazione con l’emittente dei vescovi Tv2000, ma anche per altre prese di posizione forti su temi sociali come quello dell’immigrazione.

«Se tu vuoi veramente arrivare a fare riaprire le chiese come dici e se lo dici non solo per fare un titolo su un giornale allora devi fare una cosa molto chiara: chiedere alla Lombardia o al Veneto che governi di fare un’ordinanza in questo senso. Altrimenti siamo sempre alle parole e non ai fatti», dice invece in un video su Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.

Ma c’è anche chi usa l’ironia, come gli attori siciliana Ficarra & Picone. «… e a dire messa deve essere la D’Urso» scrivono  in post su Twitter. E’ chiaro il riferimento al contestatissimo “Eterno Riposo” che il leader della Lega ha recentemente pronunciato, insieme alla conduttrice, durante un collegamento con la trasmissione “Live – Non è la D’Urso”.

«Secondo il mio parere – ha invece detto slo showman Rosario Fiorello in una diretta twitter – riaprire le chiese a Pasqua potrebbe essere un errore. Dio non credo accetti le preghiere solo da chi va in chiesa»: Che puntualizza «Chi vuole pregare può farlo anche a casa propria».

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