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Sicilia terra dei disabili gravissimi, ben il 670% in più della Campania

Di Daniele Ditta |

PALERMO – Spulciando i dati sui disabili gravissimi, regione per regione, c’è un numero che non passa inosservato ed è quello dei beneficiari degli interventi: in Sicilia ne sono stati censiti 10.753 nel 2017 (erano 1.598 nel 2013), ovvero il 670% in più della Campania, dove ne risultano 1.604; in Lombardia 6.500, che però ha il doppio della popolazione residente rispetto alla nostra regione; in Puglia 5.055; in Veneto 6 mila; in Lazio 3 mila. Se calcoliamo poi il rapporto tra disabili gravissimi e l’intera platea di residenti, esce fuori il seguente quadro: in Sicilia l’incidenza è dello 0,21%, in Lombardia dello 0,06%, nel Lazio dello 0,05%, in Campania dello 0,02%.

A fronte di questi numeri, logica vorrebbe che laddove maggiore è il “disagio” tra la popolazione siano disponibili più risorse per l’assistenza. Non sempre è così. Prendiamo il caso degli assegni mensili per le cure. In Sicilia, i disabili gravissimi percepiscono da un minino di 840 euro fino ad un massimo di 1.200 euro. Cifra che nell’ultimo decreto regionale è stata ridotta, con l’ok delle stesse associazioni dei disabili, affinché la Regione possa erogare risorse aggiuntive ai gravi. Per proseguire coi paragoni, in Lombardia al buono mensile del Fondo per la non autosufficienza (Fna) di mille euro, può essere aggiunto un voucher socio sanitario mensile (360 euro). In più, per casi specifici ci sono anche i fondi integrativi regionali (500 euro). È inoltre previsto un buono sociale mensile fino ad un massimo di 800 euro per sostenere progetti di vita indipendente di persone con disabilità fisico-motoria grave o gravissima, con capacità di esprimere la propria volontà, di età compresa tra i 18 e i 64 anni, cumulabile per i disabili gravissimi con il buono mensile Fna.

Nel Lazio, invece, tra assegni di cura mensile e caregiver familiare (chi cioè aiuta un parente di primo grado non autosufficiente fisicamente o mentalmente) si arriva a 1.500 euro. La Campania garantisce un assegno da 1.200 euro e, fino all’assorbimento delle risorse disponibili, dà priorità a malati di Sla, ai disabili gravissimi già inclusi nelle cure domiciliari e infine ai nuovi utenti che abbiano presentato contestualmente domanda di accesso alle cure domiciliari e richiesta di assegno di cura. In Calabria ci si deve accontentare di 600 euro per il caregiver familiare, a patto che il reddito del disabile non superi i 60 mila euro annui certificati con l’Isee.

Sono solo alcuni esempi di un sistema che territorialmente garantisce forme di assistenza diverse, a volte lontane anni luce tra di loro. Con discrepanze che si verificano anche nel sostegno fornito dallo Stato e da quello degli enti locali, ovvero le Regioni. Basta dare un’occhiata ai bilanci per accorgersene. Dal 2013 al 2017, nella ripartizione del Fondo per la non autosufficienza sono toccati alla Sicilia oltre 157 milioni di euro. Nel solo fondo integrativo regionale del 2018 ce ne sono 152 milioni. Dai dati del bilancio previsionale 2018-2020 della Regione, inoltre, figura uno stanziamento di 251.713.000 euro alla voce diritti sociali, politiche sociali e famiglia. Mentre complessivamente gli interventi per la disabilità, più i servizi sociosanitari e sociali ammontano a 190.954.000 euro. Lo scorso anno tra quota Fna in capo allo Stato e risorse integrative della Regione, per l’assistenza ai disabili gravissimi sono stati spesi 172.642.000 euro su un totale di 193.284.000 euro. I dati, in questo caso, sono abbondantemente superiori alla media di tutte le altre regioni prese come riferimento.

Dietro questi numeri, che in veloce sequenza possono apparire freddi e generare confusione, ci sono storie personali e familiari. Con difficoltà e sofferenze quotidiane. Allo stato attuale si applica una distinzione tra disabili gravissimi e disabili gravi. A quest’ultimi, praticamente, toccano le briciole. Nelle intenzioni della Regione c’è l’emanazione di un nuovo decreto che possa garantire maggiore assistenza ai disabili gravi. Tutto però ancora è ancora un’incognita. Le associazioni e i disabili singolarmente non chiedono interventi spot o “pezze” per superare le emergenze, ma un piano strutturale di gestione della disabilità che possa includere tanto i “gravissimi” quanto i “gravi”. Prima possibile. Nel corso della manifestazione organizzata due giorni fa a Palermo, i disabili gravi sono tornati a contestare il decreto della Regione, che per loro prevede solo la scelta tra i servizi territoriali. La richiesta, avanzata durante la protesta, è di poter beneficiare (al pari dei disabili gravissimi) dell’assegno mensile per pagarsi i servizi assistenziali in base alle proprie esigenze.

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