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Energia: da fonti bio fino a 37,5% dei consumi termici

Con caldaie a legna risparmio oltre 900 euro l'anno per alloggio

Di Redazione |

MILANO, 19 MAR – Le bioenergie possono arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da fonti rinnovabili (Fer) nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali in Italia. Lo stima l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (Aiel), che ha comunicato il dato al Mite e al presidente del consiglio Mario Draghi. Secondo l’Associazione, ai prezzi attuali, scaldare una abitazione con legna da ardere consente un risparmio del 55% a 900 euro l’anno rispetto al metano, mentre con il pellet, i granuli derivati dal legno e destinati a stufe e caldaie programmabili di ultima generazione, il risparmio medio annuo è di 700 euro (-44%) per nucleo abitativo di 100 metri quadri. Secondo il Gse nel 2020 le bioenergie hanno coperto l’8,9% dei consumi totali italiani, pari a 120,3 milioni di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio), le ‘altre’ rinnovabili il 9,3% e le fonti fossili l’88%. Aiel sostiene che “con le risorse legnose oggi disponibili è possibile arrivare a 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, contro gli attuali 7 Mtep, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, per un totale di circa 146 GW di potenza installata”. Il legno del resto, nelle sue molteplici declinazioni, dal ‘cippato’ al ‘pellet’, è la “prima fonte rinnovabile in Italia e in Europa”, secondo Aiel. Quanto ai costi di gestione, L’Associazione Italiana Energie Agroforestali indica che per riscaldare un’abitazione di 100 metri quadri per l’intera stagione invernale sono necessari circa 12 MWh di energia e iI costo “cambia considerevolmente” a seconda del combustibile impiegato. Nel caso del metano la spesa annua è di 1.656 euro, che scendono a 925 (-44%) se si ricorre al pellet, mentre il risparmio è pari al 55% nel caso della legna a 744 euro.

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