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Fondi Ue: per la Sicilia sfida da 6 miliardi di euro per investimenti digitali, green e transizione ecologica

L'Isola della spesa comunitaria è pronta alla partita

Di Giuseppe Bianca |

Cinque miliardi e novecento milioni di euro. Il crocevia delle speranze e degli investimenti della Sicilia che non molla la presa e punta su infrastrutture, transizione verde e digitale, mobilità sostenibile e l’intero vademecum della modernità in transizione passa dai fondi Fesr dei prossimi sette anni. La programmazione comunitaria 2021-2027 si trova al momento in commissione Vas, presieduta da Aurelio Angelini, già esperto per le problematiche dei rifiuti di Nello Musumeci «ci può volere un giorno, un mese o un anno quindi», la battutaccia di uno degli assessori uscenti del governo siciliano. 

In realtà i termini sono stabiliti dalla legge e si tratta di 45 giorni dal 26 settembre, data in cui il documento è stato inoltrato per la valutazione legata ai temi di impatto ambientale contenuti nella nuova programmazione. Stesso termine è riservato alla relazione che il Comitato tecnico scientifico dovrà predisporre a supporto di quanto è stato messo nero su bianco dal dipartimento della Programmazione guidato da Federico Lasco.

L’attuale stesura della programmazione comunitaria, approvata dall’esecutivo in uscita per i tempi tecnici programmati, il 20 settembre, per la parte degli adempimenti comuni è stata concordata con la commissione europea. Il negoziato informale avviato all’inizio dell’anno ha fatto seguito alle intese avviate in epoca pre-Covid, quindi già nel 2019.  La pandemia in verità ha contribuito a rallentare la cadenza degli incontri sulle verifiche della vecchia programmazione, sulla prossima si spera non debbano esserci ulteriori interferenze di questo tipo. È pur vero che la data di partenza dei nuovi fondi è già avviata da quasi due anni, ma sconta quasi ovunque, anche nelle altre regioni, un ritardo fisiologico. Per quanto riguarda la vecchia programmazione il primo step, utile, ormai quasi dietro l’angolo, è la scadenza del 31 dicembre (programmazione 2014-2020) finalizzata alla domanda di pagamento che è poi l’adempimento pratico a cui si subordina l’erogazione dei fondi da parte di Bruxelles. Questo passaggio di fine anno, negli ultimi quattro anni, ha perso una parte del suo fascino, da quando cioè la scadenza dell’anno finanziario è stata spostata a giugno. Espletata sui nuovo fondi anche la fase del partenariato sociale e del confronto con le categorie tra i macroeventi da “cigno nero” oltre alla pandemia, la nuova progammazione comunitaria sta incrociando anche il conflitto russo ucraino, senza dimenticare, tra i dati riepilogativi, che la Sicilia nel 2020, in pieno Covid, si piazza penultima davanti solo alla Calabria, per ricchezza generata pro capite, meno della metà della Regione “best performer”, il Trentino Alto Adige. Pollice verso anche per quel che riguarda il tasso di occupazione in peggioramento di quasi due punti in percentuale rispetto alla media italiana già nel decennio pre Covid.

Al Fesr si aggiungono i due programmi di cooperazione territoriale del 2021-27 gestiti dalla Regione Siciliana, cioè gli Interreg Next Italia-Tunisia e Italia-Malta, che insieme prevedono 93 milioni di euro di finanziamenti. Il nuovo presidente della Regione Renato Schifani, alle prese con la fase di rodaggio del suo mandato e con l’inizio della legislatura all’Ars, in qualsiasi momento avrà la possibilità di rimodulare e riprogrammare secondo la propria visione l’asset di partenza che attende il via libera ai blocchi prima di cominciare il suo effettivo corso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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