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Pamela,dubbi consulenti su ferite letali

Di Redazione |

MACERATA, 4 APR – Le ferite all’altezza del fegato procurate con un coltello sul corpo di Pamela Mastropietro non erano profonde e potrebbero non essere state determinanti per causarne la morte. L’ipotesi è dei due consulenti medici legali incaricati dalla difesa di Innocent Oseghale, 29 anni, uno dei tre nigeriani arrestati – un altro è stato denunciato a piede libero – con l’accusa di aver ucciso la 18enne romana il 30 gennaio scorso in un appartamento in via Spalato a Macerata e di averne fatto a pezzi il corpo ritrovato in due trolley a Pollenza. Gli esperti – Claudio Cacaci e Mauro Bacci – hanno esaminato oggi gli esami istologici e le foto dell’autopsia all’Istituto di medicina legale durante un primo confronto con i periti della Procura, Mariano Cingolani e Rino Froldi. L’esame verrà approfondito dopo il deposito delle relazioni definitive, forse il 6 aprile. Attese anche le relazioni complete del Ris di Roma: secondo indiscrezioni, sarebbero state trovate in casa (tra gli indagati) solo impronte di Oseghale.

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