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Messina, mamma a 14 anni l’Inps le nega il bonus bebè: «E’ troppo giovane»

Di Mario Barresi |

Ma Francesca non avrà un solo centesimo. Perché è diventata mamma ad appena 14 anni. Studentessa al primo anno delle superiori, la genitrice-bambina ha fatto richiesta per ottenere l’assegno. Tramite la nonna Romina – che, ça va sans dire, è giovanissima anch’essa: appena 35 anni – impiegata e dunque titolare di codice Pin dell’Inps. La domanda è stata presentata mesi fa, ma la famiglia di Giorgio non ha ricevuto alcuna risposta. Nonna Romina, dunque, ha voluto vederci chiaro. «Ho chiamato il call center dell’Inps per conoscere l’esito della pratica. Ma purtroppo l’operatore mi ha risposto che il bonus bebè non poteva essere corrisposto in quanto mia figlia Francesca, madre del piccolo, era “troppo giovane” e dunque “non censita” all’Inps, in quanto studentessa».

Questo il racconto di Romina al patronato Agitalia, al quale s’è rivolta per «valutare le dovute azioni giudiziarie».

E l’associazione s’è subito messa in moto. «Non si tratta di un errore dell’Inps – sostiene Agitalia in quanto l’Istituto previdenziale ha applicato, purtroppo alla lettera, la normativa vigente, ma di un caso talmente particolare che necessiterebbe di una previsione regolamentare ad hoc». Infatti, «se da una parte abbiamo come reddito di riferimento quello della nonna del piccolo Giorgio e formale presentatrice della domanda Inps, che supera la soglia minima per la concessione dell’assegno di natalità (Isee di 15mila euro annui, ndr), dall’altra abbiamo la madre del piccolo che non ha reddito e che sarebbe la “titolare sostanziale” del bonus bebè…».

E allora che si fa? «È un cane che si morde la coda” e una matassa che sembra indistricabile, ma che solo la magistratura potrà risolvere. Speriamo in tempi rapidi», dicono da Agitalia. Annunciando una causa al giudice di pace per «creare un precedente che potrà tornare utile a tante giovanissime madri».

Così è, se vi pare. Con i tempi della nostra giustizia civile, il bonus bebè, Giorgio, potrà usarlo per pagarsi l’università.

Twitter: @MarioBarresi

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