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Libano: governo, rimpatriati altri 350 profughi siriani

Piano di rimpatrio criticato da Onu, Ue e Amnesty International

Di Redazione |

(ANSAMed) – BEIRUT, 07 NOV – Circa 300 profughi siriani, per lo più donne e bambini, da anni rifugiatisi in Libano a causa della guerra nel loro paese, sono stati rimpatriati nelle ultime ore in Siria nel quadro di un piano di rimpatrio di migliaia di civili siriani. Lo riferisce il ministro libanese per gli affari sociali, Hector Hajjar, secondo dopo il primo convoglio di circa 700 siriani rimpatriati a fine ottobre, altri 350 profughi sono tornati in Siria a bordo di mezzi messi a disposizione dalla polizia e dai servizi di sicurezza libanesi in coordinamento con le autorità siriane. I governi di Beirut e Damasco da mesi hanno annunciato l’intenzione di avviare un ambizioso piano di rimpatrio “volontario” di decine di migliaia di profughi siriani. Dal 2011 in Libano sono giunti a ondate più di un milione di siriani. Il paese ha una popolazione di poco meno di quattro milioni di libanesi. Il piano di rimpatrio è stato molte volte criticato dall’Onu, dall’Unione Europea e da organizzazioni umanitarie internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch perché non garantisce che il ritorno sia del tutto volontario e non assicura il pieno rispetto dell’incolumità e della dignità di chi rientra in patria. In Siria il conflitto armato prosegue dal 2011. E nonostante che diverse aree del paese non siano più martoriate dagli effetti diretti delle violenze, la situazione sociale ed economica è disastrosa con l’assenza endemica di servizi essenziali. Il Libano è invece afflitto da tre anni dalla peggiore crisi finanziaria della sua storia. E secondo l’Onu più dell’80% della popolazione residente – inclusi i profughi siriani – vive in povertà. (ANSAMed).

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