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La “bedda Sicilia” del piccolo Bergoglio

La “bedda Sicilia” del piccolo Bergoglio nel dolce ricordo della lavandaia-tata

Il Papa: «Prima di morire mi donò una medaglia che porto ancora»

Di Mario Barresi |

Una “Sicilia bedda”, rigogliosa di frutti e profumi. Magari quelli del fiore del mandorlo, che ancora adesso gli ricorda Dio «che fiorisce per primo in Primavera». Ma anche triste, povera e affamata dai morsi della Grande Guerra. C’è questa cartolina in chiaroscuro, nei ricordi di un Jorge Mario Bergoglio bambino. A Buenos Aires, ascoltando i racconti di una lavandaia siciliana. Si chiamava “Conception” (forse da Concetta) Maria Minuto; e Francesco indossa ancora, ogni giorno, una medaglietta che la donna gli regalò poco prima di morire «felice e sorridente con la dignità di chi lavora». «Quando lavava ci insegnava molto, parlava della guerra e di come si coltivava in Sicilia, della povertà e della fame. Parlava un po’ in italiano e un po’ in castigliano». Il Pontefice apre la dolce valigia dei ricordi siculi nella prima intervista ai media argentini, pubblicata oggi su “Viva”, supplemento del “Clarín”. Di questo lungo servizio, intitolato “Francisco íntimo”, vi proponiamo – in esclusiva regionale – la parte che riguarda la siciliana che segnò l’infanzia del Papa. «Era emigrata in Argentina con due figli, vedova, dopo che il marito morì in guerra. Arrivò con niente, ma con il lavoro ha mantenuto la sua casa». Ma da quale città dell’Isola partì Conception Maria Minuto? Ovviamente il giornalista argentino non lo scrive. Qualche indizio: sulle 280 famiglie Minuto di tutt’Italia, 54 sono in Sicilia, equamente divise fra Catania (14), Messina (14) e Palermo (13). Chissà se qualche discendente della lavandaia-tata potrà aggiungere un’altra pagina a questo meraviglioso romanzo estivo – metà argentino e metà siciliano – che, nel logorio dei tempi moderni, ci fa stare tutti un po’ meglio. Se c’è qualcuno, che batta un colpo. twitter: @MarioBarresi

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