Notizie Locali


SEZIONI
Catania 21°

Catania

Unict, dopo lo scandalo si pensa al nuovo rettore: ecco chi sono i “papabili”

Di Gianluca Reale |

Saranno elezioni “balneari”. Le date per votare il nuovo rettore dell’Università sono state decise. Il Senato accademico di ieri mattina le ha discusse e immediatamente dopo il decano, professore Vincenzo Di Cataldo, ha firmato il decreto che indice il voto: le candidature dovranno essere presentate entro le ore 14 del 19 luglio, le votazioni si terranno il 23, 26 e 29 agosto e, in caso di mancata elezione alla terza votazione, il 2 settembre ci sarà il ballottaggio. I seggi, nelle date delle votazioni, saranno aperti dalle 9 alle 19.

Intanto, circolano rumors sui possibili candidati che avranno solo 11 giorni di tempo per ufficializzare o meno la propria candidatura. Una scelta non semplice per chiunque voglia scendere in campo, sia perché c’è in ballo l’istituzione la cui immagine e autorevolezza è stata profondamente ferita dall’inchiesta “Università Bandita”, sia per i tempi ristretti che naturalmente «non facilitano i candidati non organizzati e forse sarebbe stato meglio avere un po’ di tempo in più», sussurra qualcuno.

Ma il regolamento di Ateneo è preciso sulla tempistica. E il commissariamento è stato escluso dal ministro dell’Università e della Ricerca, Bussetti, che ha optato per andare subito a nuove elezioni.

Si andrà dunque al voto “sotto l’ombrellone”, in un’atmosfera di emergenza. «La situazione è estremamente complicata, non è facile pensare a dei nomi», dice a La Sicilia un direttore di Dipartimento tra quelli rimasti in carica e non coinvolti nell’indagine. I nomi che girano con maggiore insistenza sono quattro o cinque. In alcuni ambienti universitari c’è chi fa il tifo per Maurizio Caserta, docente di Economia politica al Dipartimento di Economia e Impresa. Uno che aveva preso le distanze dai fatti oggetto dell’inchiesta che ha portato alla sospensione e alle dimissioni del rettore e di tanti altri docenti. «Seguo con grande attenzione quello che succede», commenta laconico il professore Caserta. Ma nient’altro. Sa che il suo nome gira, lui sarebbe un po’ l’outsider che in molti ritengono utile in un quadro che ha visto l’Ateneo spaccato su due fronti contrapposti negli ultimi anni. Per adesso, però, Caserta sta alla finestra, valuta: troverebbe il sostegno di altre componenti dell’Ateneo?

Altro nome che circola con insistenza è quello della professoressa Ida Nicotra, docente di diritto Costituzionale e consigliere dell’Anac. La sua candidatura si avvarrebbe anche del prestigio di quest’ultimo incarico. E sarebbe anche la prima donna a diventare rettore. «Che il mio nomi circoli è un attestato di stima – dice la professoressa – ma io sono impegnata col mio mandato in Anac sino al 2020 e ho intenzione di portarlo a termine. Detto questo, sono molto rammaricata per il danno di immagine che l’Ateneo ha subìto a causa dell’inchiesta e che come istituzione non merita. Ritengo – aggiunge – che la scelta del nuovo rettore sia un punto dirimente: dovrebbe essere una figura di unità e ricomposizione e segnare un momento di discontinuità».

Se Nicotra non sembra disponibile, altri rumors annoverano tra i papabili candidati il marito, Felice Giuffré, ordinario di Diritto costituzionale al Dipartimento di Scienze politiche e sociali.

Sul fronte scientifico altri due nomi. Uno è quello di Roberto Purrello, 63 anni, ordinario di Chimica generale e inorganica e attuale direttore del dipartimento di Scienze Chimiche, direttore della Scuola Superiore e componente del Cun, il Consiglio universitario nazionale. «Sto ricevendo diverse richieste – confessa Purrello – ma siamo in una situazione di emergenza e non bisogna avere fretta, non ci serve un affollarsi di candidature né è il momento di autocandidarsi. Serve capacità di ascoltare la base, di trovare candidature ampiamente condivise. Io sto ponderando, ho anche detto che sono disponibile, ma assolutamente non sono ancora candidato. Dobbiamo puntare al bene del sistema, chiudere un capitolo e riaprirne uno nuovo, senza negare la storia dell’Università di Catania, ma non c’è dubbio che bisogna uscire da certe logiche, non farsi tiare dalla giacchetta, essere avulsi da coinvolgimenti politici pregressi o futuri». Per Purrello, chiunque sia il nuovo rettore, avrà tanto da fare: battersi anche dentro la Crui, la Conferenza dei rettori, premere su Cun e Miur per cambiare le regole del sistema universitario, recuperare un equilibrio verso le Università del Sud e lavorare con la Regione per un sistema universitario regionale.

L’altro nome che circola è quello di Francesco Priolo, direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia e per sei anni direttore della Scuola Superiore, un docente che si definisce tout court «un uomo dell’istituzione, senza appartenenze». Anche lui mantiene il riserbo, come qualsiasi altro possibile candidato dovrà fare le sue valutazioni, sentire il resto dell’Ateneo, prima di prendere una eventuale decisione.

Spunta anche il nome di Giovanni La Via, l’ex europarlamentare rientrato a fare il docente al Dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente, una opzione non semplice però in questo momento perché quella dell’ordinario di Economia ed estimo rurale sarebbe una candidatura con una connotazione politica molto forte.

Di certo c’è un coro unanime di intenti: ci vuole un rettore che sia una figura super partes, su cui l’Ateneo possa ritrovarsi unito, che sappia mettere insieme tutti. Non è facilissimo. Ma è questa la vera sfida.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


Articoli correlati