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Massoneria, antimafia e un “buco” di 10 mln in casa per anziani: arresti della Dia a Catania

Di Giuseppe Anastasio |

CATANIA – La Dia di Catania sta eseguendo arresti per presunte distrazione di fondi a titolari i casa di cura per anziani disabili. Titolari che sarebbero legati alla massoneria e ad associazioni antimafia. La struttura al centro dell’inchiesta “Giano bifronte” della Procura di Catania, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Fabio Regolo, è l’istituto medico psico-pedagogico Lucia Mangano di Sant’Agata li Battiati di cui è presidente Corrado Labisi. La famiglia Labisi è nota per due noti premi internazionali antimafia: quello dedicato alla madre “Antonietta Labisi e il “Livatino-Satta-Costa”. L’istituto era stato al centro di una perquisizione per l’acquisizione di documenti e atti alla fine del settembre del 2017.

Il “buco” nella gestione dell’istituto sarebbe di 10 milioni di euro. Il provvedimento restrittivo, emesso dal Gip nei confronti di cinque indagati, è in corso di esecuzione da parte di personale della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, supportato dai centri operativi di Palermo, Reggio Calabria, Caltanissetta e dalla sezione di Messina.

Intanto personale della Dia di Catania, diretto dal capocentro Renato Panvino, coadiuvato da colleghi di altri centri, sta eseguendo ispezioni in banche in cui sono accesi conti correnti della casa di cura per anziani che, secondo la Procura ha un “buco” di 10 milioni, per eseguire un sequestro preventivo per oltre 1,5 milioni di beni. Perquisizioni, disposti dalla Procura distrettuale di Catania, sono in corso anche in domicili e in sedi in cui gli indagati hanno eletto il loro domicilio alla ricerca di documenti utili all’inchiesta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA