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Pestati e insultati, aggressioni a migranti in aumento. Ma la Sicilia è razzista?

Di Carmela Marino |

Un’escalation di episodi criminali in danno a migranti che vivono, stabilmente o temporaneamente, in Sicilia. E’ razzismo? Oltre che atti di vera e propria delinquenza? O entrambe le cose? Un quadro che fa a pugni con la Sicilia dell’accoglienza che nei giorni della Diciotti al porto di Catania, si è spesa a favore dei migranti con manifestazioni di protesta contro la decisione del Ministero dell’Interno di impedire lo sbarco dei 147, che si trovavano a bordo, in attesa di ricevere segnali di collaborazione dall’UE. L’Onu ha di recente bacchettato l’Italia sostenendo che gli atti di violenza contro migranti, africani e Rom sono da inquadrare come atti di razzismo, in crescente aumento. L’accusa pesantissima, a cui il ministro Salvini aveva replicato minacciando un taglio dei fondi all’Onu, era stata lanciata dall’Alto Commissario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet che, da Ginevra, aveva anche criticato le «recenti politiche» migratorie del governo e pertanto aveva annunciato l’invio di una spedizione delle Nazioni Unite nel nostro Paese. 

Al di là di queste ultime accuse, in Sicilia i dati della cronaca annoverano diversi casi di aggressioni che hanno come vittime i migranti. L’ultima, ieri a Piazza Armerina, in provincia di Enna: nella stessa giornata in cui la città ha ospitato la visita di Papa Francesco è accaduto, in serata, che Jallow Salife, un gambiano di 23 anni, ospite di una comunità dell’Associazione Don Bosco, venisse pestato da tre giovani del posto. Calci e pugni per lui fino a fargli saltare qualche dente e a costringerlo, con il volto tumefatto, a raggiungere il Commissariato di Polizia, percorrendo, nella più totale indifferenza della gente, il tratto di strada che va dalla villa Comunale, dove è stato assalito, fino appunto al Commissariato.

Nei giorni e nei mesi scorsi è successo anche altrove.

A Partinico due aggressioni in meno di un mese. Il primo lo scorso 26 luglio quando Khalifa Dieng, 19 anni, senegalese, si è ritrovato ferito al volto da due uomini, che sono poi stati arrestati. Khalifa era in bici nella piazza di Santa Caterina e attendeva un operatore della comunità che stava cercando un giovane extracomunitario ancora non rientrato nella struttura, quando è stato insultato da alcune persone sedute al tavolino di un bar: «Vattene via sporco negro, siete tutti figli di p… ve ne dovete andare dal nostro Paese». Poi l’hanno colpito a calci e pugni al viso. Di questo dovranno rispondere Lorenzo Rigano, un operaio di 37 anni e Franco Bono di 34 anni. 

La sera di Ferragosto, sempre a Partinico, è toccato a quattro immigrati, tutti minorenni, che erano in attesa del pulmino che li riportasse nella comunità che li ospita: furono insultati e picchiati; gli aggressori si scagliarono in particolare contro due di loro con mazze di legno e di ferro. L’ aggressione era continuata poi con l’inseguimento e lo speronamento dell’automezzo che li stava riportando nel centro di accoglienza. I ragazzi erano andati al mare nella spiaggia Ciammarita. Le indagini avviate dalle Forze dell’Ordine hanno portato all’arresto di sette persone, tra cui due donne. 

Raffadali (Agrigento) – Lo scorso 2 settembre vittima di un altro episodio simile, è stato un ragazzo tunisino di 16 anni, studente della scuola media a Raffadali. E’ stato colpito con lo sportello di un’auto e poi preso a calci e pugni mentre il suo aggressore, allontanandosi, gli urlava: «Ora te ne puoi tornare al tuo paese». Per i responsabili della comunità per minori «La mano di Francesco», dove vive, il ragazzo sarebbe stato colpito per odio razziale.

Bagheria (Palermo) – E l’odio razziale sarebbe alla base di un’altra aggressione, avvenuta due giorni prima a Bagheria. La vittima, Fredrick Omonzakgia, un nigeriano di 30 anni, era stato colpito con un cric davanti a una grande e affollata gelateria del paese. A scagliarsi contro di lui sarebbe stato un pregiudicato di 25 anni, che è stato denunciato.

Lercara Friddi (Palermo) – Botte, con pugni e colpi di vario genere, lo scorso 22 luglio, anche per Davide Mangiapane, un ballerino 23enne nato a Palermo, ma figlio di immigrati delle Mauritius. La violenza dell’aggressione, avvenuta davanti a un pub, gli ha provocato la duplice frattura della mandibola e un ricovero al Civico con una prognosi di 40 giorni. Giuseppe Cascino, 29 anni, è stato arrestato perchè ritenuto responsabile del gesto.

Questi i fatti di cronaca più recenti, ma nell’agosto del 2016, il pestaggio ai danni di quattro giovani egiziani aveva scosso poco le coscienze a San Cono, in provincia di Catania. Eppure una delle quattro vittime era stata ridotta in fin di vita con il cranio maciullato a colpi di mazza da baseball. Sono stati arrestati (ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico) Antonino Spitale, di 18 anni, e i fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni. Un video li aveva “incastrati” alle loro responsabilità, anche se, una volta interrogati, avevano fornito una versione del tutto opposta a quella raccontata dai quattro egiziani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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