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Paternò non si dà pace: cos’è successo a quella famiglia che sembrava perfetta?

Di Mary Sottile |

PATERNO’ – Chi era Cinzia e soprattutto chi era Gianfranco? Cosa accadeva tra le mura di quella casa che per tutti, dall’esterno, è sempre stata il riparo sicuro di una famiglia perfetta? Le domande continuano ad accavallarsi nella strage di via della Libertà, a Paternò (catania), dove in un appartamento, al civico 25, domenica sono stati trovati morti il consulente finanziario Gianfranco Fallica, la moglie Cinzia Palumbo ed i figli Daniele, di 6 anni e Gabriele di 4 anni. Fin dall’inizio si è parlato di triplice omicidio e suicidio, con Fallica che avrebbe sterminato la sua famiglia prima di uccidersi.

In quell’apparente normalità, c’è qualcosa che non torna; non si può uccidere l’intera famiglia se qualcosa di profondamente oscuro non si muove dentro. Gianfranco Fallica continua ad essere descritto da familiari, amici, conoscenti, anche dai vicini di casa, come l’uomo ideale: lavoratore, un buon padre, un perfetto ed innamorato marito. Ma allora cos’è successo?

E Cinzia? Lei era la brava moglie e mamma. Riservata e completamente devota alla famiglia. Tutti raccontano che, non usciva mai. Aveva anche lasciato il lavoro: una scelta volontaria la sua? Per Cinzia, forse il solo lavoro da casalinga le stava stretto, è per questo che aveva iniziato a dedicarsi a lavori di bricolage in casa. La sua ultima creazione una candela natalizia. Forse Cinzia sognava di poter intraprendere un’attività in proprio, creando con le proprie mani.

Intanto, ieri è stato il giorno delle autopsie per Daniele e Gabriele; oggi l’autopsia viene effettuata, invece, sulle salme dei genitori dei bambini. Gli esiti che verranno fuori dagli esami autoptici sono fondamentali, insieme a quanto si potrà ricostruire dall’attività dei carabinieri del Ris di Messina, per mettere i punti fermi in quella che al momento resta una storia con molti contorni oscuri. Sarà innanzitutto fondamentale capire quando Gianfranco Fallica ha sparato e soprattutto se si è ucciso subito dopo aver sparato a moglie e figli.

Intanto, gli investigatori continuano senza sosta le indagini per capire cosa è successo nella camera da letto, cosa ha fatto scattare quella follia omicida. Per cancellare ogni dubbio su chi ha sparato è stato deciso d’effettuare la prova dello stub, il controllo con il guanto di paraffina, sia su Gianfranco che su Cinzia, ma i familiari della donna e quanti la conoscevano non hanno nessun dubbio: «Cinzia non sarebbe stata capace di uccidere una mosca».

In realtà, sembra soltanto uno scrupolo investigativo, visto che era Gianfranco ad avere la passione per la caccia, ad avere il porto d’armi, a detenere a casa 4 fucili e 2 pistole, tra queste la calibro 22 con cui avrebbe sparato. A questo si aggiunge il fatto che chi ha sparato lo ha fatto con una precisione da cecchino, un colpo alla testa per ognuno dei quattro componenti il nucleo familiare. Inoltre, era Gianfranco a prendere antidepressivi, non è chiaro da quanto tempo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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