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Coronavirus, in Sicilia mancano le mascherine per gli operatori sanitari: appello urgente al governo

Di Redazione |

CATANIA – Emergono tante criticità nel sistema sanitario nazionale in questi giorni di “stress” da coronavirus per gli ospedali italiani, ma quella che sembra poter diventare un’emergenza nell’emergenza è la carenza dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari. Oggi la Regione, nel corso del vertice tra i governatori e Palazzo Chigi, avrebbe chiesto con forza e ripetutamente la consegna urgente dei cosiddetti Dpi, dispositivi di protezione individuale, come mascherine, tute e guanti. 

L’allarme è stato lanciato anche da Cimo Sicilia – sindacato dei dirigenti medici – che ha inviato una nota ai direttori generali delle Asp e delle aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie della Regione Siciliana, oltre che all’assessore regionale della Salute Ruggero Razza. «Non è superfluo sottolineare che la protezione degli operatori sanitari è di fondamentale importanza per continuare a fornire la necessaria assistenza in un momento di drammatica emergenza sanitaria» dice la Cimo  denunciando una «grave carenza di dispositivi di protezione individuale» in dotazione al personale sanitario che opera negli ospedali e in tutte le strutture sanitarie regionali.

Nella nota, «in relazione all’incremento dei ricoveri di pazienti affetti da Covid/19 e al possibile ulteriore acuirsi dell’epidemia» sul tutto il territorio dell’Isola, chiede di «provvedere con la massima urgenza, anche facendo ricorso all’intervento della Protezione civile nazionale, al reperimento e alla fornitura degli indispensabili dispositivi di protezione individuali».

«Con particolare riguardo e massima urgenza – spiega Angelo Collodoro, segretario regionale vicario Cimo – per le unità operative di Medicina e Chirurgia di accettazione e d’urgenza, Malattie infettive, di Anestesia e Rianimazione».

Intanto nell’Isola aumentano i casi positivi. Secondo il bollettino fornito dalla Presidenza della Regione siciliana, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità 62 campioni, otto in più di ieri, di cui 16 già validati da Roma (cinque a Palermo e undici a Catania). Risultano ricoverati 19 pazienti (sette a Palermo, cinque a Catania, due a Messina, uno a Caltanissetta, tre ad Agrigento e uno a Enna) di cui uno in terapia intensiva per precauzione, mentre 41 sono in isolamento domiciliare e 2 sono guariti. E tra i casi sospetti ci sono anche due dipendenti degli uffici centrali dell’Asp di Catania, che sono sotto osservazione. Entrambi si trovano a casa e le loro condizioni di salute non destano preoccupazione. Non svolgono attività sanitarie e non sono adibiti a servizi di sportello o di contatto diretto con il pubblico.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA