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Di LA SICILIA REDAZIONE |

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”.

Il primo verso della Divina Commedia  sembra raccontare in maniera “elegante” l’esordio improvviso e inaspettato del diabete, una sorta di  compagno di viaggio per la vita. Sono 3,27 milioni le persone che dichiarano di avere il diabete, 1 milione quelle che non sanno di essere malati con un’alta possibilità di sviluppare complicanze collegate alla patologia. I dati, allarmanti, sono già al vaglio di medici e scienziati alla ricerca costante di una cura definitiva.

Oggi si prova  a tamponare l’insorgenza di effetti collaterali con  la tecnologia che accompagna costantemente la vita quotidiana di un diabetico.

Ma facciamo un passo indietro, sfatando  soprattutto i concetti secondo cui   diabetico è una persona che ha mangiato troppo zucchero, diabetico è per forza un soggetto che ha condotto una vita alimentare poco sana abbuffandosi di cibo spazzatura. In realtà la malattia  non è così precisa nella selezione dei propri amici per la vita. Non provoca solo le complicanze conosciute dai più e dovute all’alta percentuale di glucosio nel sangue. Soprattutto nei giovani, il problema è di altra natura: il continuo controllo alimentare porta spesso allo sfinimento dovuto al costante pensiero di indagare su ogni tipo di pietanza.

Pensare in maniera ossessiva a tutto ciò che si ingerisce,  sia cibo sia bevande, spesso provoca una sorta di stress mentale che  porta a diventare fatalisti finendo quindi per farsi male da séCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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