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Antonello Venditti in Sicilia : “Le mie canzoni hanno uno snodo generazionale perché legano l’attualità al passato”

Di Salvo Barbasso |

“Il segreto? Non avere mai suonato in maniera classica. Quando mi presentai al Folkstudio col pianoforte sulla spalla inventai un mio modo di interpretare le canzoni, adattando la tecnica alla voce. Tutto cominciò così”.

Antonello Venditti, quarant’anni dopo “Sotto il segno dei pesci” continua a riunire generazioni diverse e apparentemente lontanissime riproponendo i brani di un disco che ha segnato un’epoca nella storia della musica leggera italiana.

“Sono canzoni – ribadisce il cantautore romano – che hanno uno snodo generazionale, legano l’attualità al passato, per questo piacciono soprattutto ai ragazzi, in quei testi c’è la voglia di cambiamento e la determinazione di volere essere protagonisti della vita reale non di quella virtuale dei social network”.

“Sotto il segno dei pesci Tour” arriverà in Sicilia il 27 agosto al Teatro Antico di Taormina (organizzato da Puntoeacapo), il 29 agosto al Castello a Mare di Palermo, nell’ambito della 11 edizione del Festival Porto d’Arte (organizzato da Terzo Millennio di Andrea Peria), e il 31 agosto al Nuovo Teatro della Valle dei Templi di Agrigento (organizzato da Puntoeacapo).

Accompagnato dalla sua band storica Venditti presenterà, con arrangiamenti nuovi, i brani più amati del suo repertorio come “Giulio Cesare”, “Ci vorrebbe un amico”, “Roma capoccia”, “Che fantastica storia è la vita”, “Notte prima degli esami”, “Amici mai”, “Grazie Roma”, “Benvenuti in paradiso”.

“Sul palco – conclude Venditti – sentiamo l’entusiasmo della gente, abbiamo la sensazione che la musica possa essere davvero il trampolino per un cambiamento reale molto più di quanto i politici possano immaginare. Oggi ci sono i rapper che fanno canzoni politiche, ma raccontano una realtà talmente virtuale che dopo qualche mese è già cambiato tutto sia nella società che in Parlamento. Io e Francesco (De Gregori) siamo partiti per un viaggio reale e metaforico che aveva come obiettivo la rivoluzione e la musica, se stiamo ancora qui a raccontarla ai giovani vuol dire che quel percorso non si è ancora concluso”.

Il live rende al cantautore romano la capacità straordinaria di leggere il proprio tempo, capire e analizzare la società, rendere indimenticabili personaggi ed eventi che hanno fatto la storia del nostro paese. Ecco perché “Sotto il segno dei pesci” continua ad essere una raccolta di immagini in cui è facile identificarsi, ma al contempo un ricordo incrinato da un senso di amarezza, dalla constatazione che il presente non è quel futuro che allora avevamo immaginato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA