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Si finge bimba su WhatsApp e ne abusa 3

Di Fabrizio Cassinelli |

MILANO, 17 GIU – Un uomo di 48 anni che utilizzava in modo massiccio WhatsApp e che grazie a un profilo falso da ‘bambina’ ha abusato per tre anni di tre bambine tra gli 11 e i 13 anni, è stato arrestato grazie a una maestra che, attraverso il rapporto di fiducia con un’alunna, ha ottenuto le sue confidenze. L’uomo, residente in provincia di Lodi, è incensurato e soffre da tempo di problemi psicologici: secondo l’accusa, le attirava in casa dove erano costrette a riti e atti sessuali anche tra di loro mentre lui realizzava filmati. Ora si trova in carcere a Milano.

Era una ragnatela virtuale ma dalle conseguenze tremendamente reali quella tessuta dall’uomo. La sua torbida attività però potrebbe essere anche più ampia, e si attendono gli esiti forensi sul materiale informatico sequestrato per valutare da quanto tempo utilizzasse questo sistema. Il 48enne, infatti, che si celava sotto il profilo di “Giulia”, una inesistente teenager cattiva e minacciosa, con persistenti e complesse relazioni fatte di messaggini, è riuscito a soggiogare delle coetanee e ad abusarne fino a quando ha commesso un errore ed è stato arrestato.

Il presunto pedofilo, residente in provincia di Lodi, disoccupato e incensurato, soffre da tempo di problemi psicologici che però non sarebbero direttamente connessi con la sua condotta: nei suoi confronti sono ipotizzati i reati di violenza sessuale, corruzione di minore, sostituzione di persona e produzione e detenzione di materiale pedopornografico. Viveva con gli anziani genitori che lo mantenevano, ed era benvoluto da vicini e conoscenti. Proprio grazie alla sua buona reputazione era riuscito a procurarsi il telefono di una bambina e poi da lei, inserendosi su WhatsApp con il falso profilo, quello delle altre due.

Spacciandosi per un tipo spregiudicato e dominante, crudele e minacciosa, era riuscito a soggiogare le sue “amiche”, che hanno mantenuto il terribile segreto per paura che “Giulia”, tramite la magia nera, facesse «morire» i loro genitori. «Hanno subito per anni e mantenuto segreti terribili – hanno spiegato gli inquirenti – paradossalmente proprio per proteggere la famiglia».

Era sempre dal profilo falso che ordinava alle tre di recarsi a casa sua e davanti a loro faceva finta di essere a sua volta vittima delle pretese della teenager dominante e abusava delle giovani, filmando tutto. Dopo tre anni però ha commesso un errore: alcune foto hard di una delle tre ragazzine abusate sono finite per sbaglio su un profilo Instagram, e quando in classe si è saputo, una coetanea ha riferito i suoi sospetti a una insegnante, che ha denunciato tutto alla polizia. I genitori, invece, che direttamente o indirettamente conoscevano tutti l’arrestato, non si sarebbero accorti di nulla fino alla fine.

«Serve grande attenzione a tutti i social, compresi i servizi di messaggistica che troppo spesso non vengono visti come “a rischio”, ha detto il procuratore aggiunto Letizia Mannella, a capo del pool “fasce deboli” al cui ufficio hanno fatto riferimento i pm di Milano, i carabinieri di Lodi e la Polizia Postale, e che ha definito il caso «agghiacciante». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA