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Incubo incendi in mezza Sicilia, a Palermo evacuato un edificio del campus universitario

Ritardi e polemiche: il vescovo di Cefalù accusa la Regione e Schifani: «Così fomenta la sommossa popolare»

Di Redazione |

A Palermo è stata una giornata da incubo a causa dell’emergenza incendi che ha costretto anche ad evacuare

l’edificio 18 del campus universitario, in viale delle Scienze, al confine con via Ernesto Basile interessata a incendi già da ore. Le fiamme si sarebbero avvicinate all’edificio che ospita le facoltà di Chimica e fisica ed è stato dato l’ordine a studenti e professori di abbandonare immediatamente il luogo

All’opera in Sicilia gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri della flotta aerea dello Stato, coordinati dal Dipartimento della Protezione civile. In tutto 18 le richieste di concorso aereo ricevute, di cui 14 dalla Sicilia, 3 dalla Calabria e una dall’Abruzzo.

«L’intenso lavoro svolto dai piloti dei mezzi aerei – informa la Protezione civile – ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere, finora, 10 roghi. Le attività di lancio di acqua e liquido ritardante ed estinguente proseguiranno finché le condizioni di luce consentiranno di operare in sicurezza».

Ma col rialzo delle temperature che da 48 ore sfiorano i 35 gradi e il vento di scirocco tutta la Sicilia è ripiombata nell’incubo incendi. Non solo a Palermo ma anche a Trapani, Catania e Messina, Caltanissetta e Enna con i mezzi di soccorso impegnati senza sosta per mettere in sicurezza le abitazioni minacciate dalle fiamme e spegnere i roghi. Una cinquantina i focolai sui quali sono intervenuti i vigili del fuoco, i forestali e i volontari della protezione civile regionale. Paura per un rogo in un impianto di trattamento biomeccanico dei rifiuti nella discarica di Bellolampo, a Palermo, circoscritto dai vigili del fuoco.

Per il troppo caldo nelle classi, il dirigente del liceo scientifico Benedetto Croce di Palermo ha disposto l’uscita anticipata di tutti gli studenti, rimasti a scuola appena un’ora (erano entrati alle 11 per i doppi turni, sono usciti alle 12.10). Alcuni residenti del quartiere periferico di Brancaccio, la scorsa notte, hanno abbandonato le case rifugiandosi per strada o arrampicandosi sui tetti per paura delle fiamme che stavano bruciando un agrumeto. A Gratteri, paesino nelle Madonie con poco meno di mille abitanti, il sindaco, Giuseppe Muffoletto, ha chiuso le scuole. Alimentato dallo sciocco il fuoco, partito da Gibilmanna, è arrivato alle porte di Cefalù, estendendosi in una zona già devastata dagli incendi dello scorso luglio. Le fiamme sono arrivate nella contrada di Rapputi creando una «situazione molto complicata», ha detto il vice sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina.

Un canadair inviato nella mattinata ha dovuto interrompere le operazioni a causa del vento forte. La paura ha innescato un botta e risposta tra il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante e il governatore della Sicilia Renato Schifani. «Occorre organizzare una protesta generale davanti all’inerzia colpevole dei vari governi regionali. Mi dispiace tanto. Tra incendi e calo demografico avanza la desertificazione della Sicilia», la riflessione del prelato, secondo cui «ormai il fenomeno degli incendi è diventato insopportabile». «Stupiscono le parole del vescovo di Cefalù, che rischiano solo di alimentare proteste e fomentare la sommossa popolare – la replica di Schifani – Comprendo e condivido la rabbia e l’indignazione per questo ennesimo scempio ai danni del nostro territorio e delle nostre comunità, ma riteniamo ingiustificabili gli attacchi a questo governo regionale che fin dal suo insediamento ha lavorato e continua a lavorare per risolvere in maniera strutturale i problemi della Sicilia, tra i quali gli incendi, operando strategicamente per la tutela del territorio e la prevenzione». E ricorda al vescovo «che abbiamo dovuto pagare un duro prezzo in termini di vite umane nel contrasto ai roghi causati spesso da criminali senza scrupoli».

Una ventina gli interventi nell’area di Trapani, in particolare nella zona di Castellammare del Golfo, mentre sono stati domati dopo diverse ore i roghi in provincia di Messina: Letojanni, Barcellona Pozzo di Gotto, Sant’Agata di Militello, Patti, Sinatra, Mistretta, Tusa. I pompieri hanno lavorato incessantemente per la salvaguardia di persone, animali e abitazioni, i roghi hanno carbonizzato decine di ettari di terreno. Danni anche nel Nisseno e nell’Ennese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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