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Ars, prima seduta senza certezze: Miccichè a caccia dei voti mancanti

Di Redazione |

PALERMO –   E’ cominciata la seduta parlamentare d’insediamento dell’Assemblea regionale siciliana per l’apertura ufficiale della XVII legislatura. A presiederla è Alfio Papale di Fi, in quanto deputato più anziano. Nel ruolo di deputati-segretari ci sono i due onorevoli più giovani, Luigi Genovese di Fi ed Elena Pagana del M5s. Confermata l’assenza del deputato Pippo Gennuso, che con una lettera, resa nota da Papale, ha spiegato di avere subito un lutto. Presente il governo, con in testa il presidente Nello Musumeci. Quindi si è proceduto  col giuramento dei parlamentari.

Oggi, come nel 2008, non tornano in Parlamento né il governatore uscente né il presidente dell’Ars. Allora si trattava di Totò Cuffaro, che si dimise nel gennaio del 2008 anticipando il procedimento di sospensione avviato dal ministero dell’Interno dopo la sua condanna per favoreggiamento aggravato, e di Gianfranco Miccichè, che proprio in quell’anno tornò alla Camera e fu sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe. Stavolta invece i “Grandi assenti” sono Rosario Crocetta, che dopo l’esclusione della sua liste a Messina non si è potuto confrontare con la possibilità della rielezione, e il presidente uscente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, la cui lista non ha raggiunto lo sbarramento previsto dalla legge elettorale.

Se oggi Gianfranco Miccichè centrasse l’obiettivo della rielezione (a distanza di undici anni e sei mesi) per lui sarebbe un rientro che lo porrebbe di diritto nel ristretto club dei presidenti dell’Ars che hanno svolto l’incarico in due occasioni diverse. L’ultimo fu Salvatore Lauricella (Psi), ininterrottamente in quel ruolo dal 1981 al 1991. Prima di lui il bis era riuscito solo a Rosario Lanza (1963-1971, ma la legislatura durava solo 4 anni).

Fino alla tarda serata di ieri il quadro era abbastanza cristallizzato. Colloqui, ma nessuna intesa istituzionale tra maggioranza e opposizioni. Per l’elezione al primo turno servono i due terzi dei voti, numeri di cui sulla carta il centrodestra non dispone per centrare, a prima botta, l’obiettivo. Quindi si guarda alla seconda votazione, e qui basta la maggioranza assoluta. Ma neppure in questo caso ci sono certezze per Miccichè, candidato ufficiale allo scranno più alto di Sala d’Ercole.

In Aula il centrodestra conta su 36 voti, ma oggi come detto è assente il deputato Pippo Gennuso.

Per regolamento la prima e la seconda votazione si terranno oggi, anche se il presidente pro tempore, Alfio Papale perché più anziano, potrebbe anche rinviare la seconda a lunedì, fatto di cui non si trovano precedenti. Miccichè avrebbe avuto colloqui senza però aprire a quell’intesa istituzionale verso cui guardano sia il Pd sia il M5S che nel pomeriggio riunisce il gruppo parlamentare per definire la linea. Esponenti grillini hanno avuto contatti informali con alcuni deputati del Pd che avrebbero confermato la decisione del partito di non fare accordi sottobanco col centrodestra.

Senza intesa istituzionale, dunque, l’elezione rimane una incognita. Negli ambienti dell’opposizione c’è chi ipotizza l’uscita dall’Aula al momento della seconda votazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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