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Assassinato nel 1992 a Catania, 4 indagati a distanza di 32 anni: «L’ordine lo diede Enzo Santapaola»

Antonino Sciuto fu freddato nel corso di un torneo di calcio. Ieri si è svolto l’incidente probatorio: sentiti due collaboratori di giustizia

Di Laura Distefano |

Fu ammazzato senza pietà lungo il marciapiedi del viale Kennedy. Antonino Sciuto fu colpito da tre pistolettate alla nuca nell’estate del 1992. Appassionato di calcio, fu presidente del Mascalucia, stava seguendo le partite di un torneo quando i killer fecero fuoco. Uno dei tanti morti ammazzati di quell’annus horribilis. Nella cronaca puntuale dell’epoca (nella foto), Concetto Mannisi scrisse che era stato il 48esimo delitto dell’anno e il secondo della giornata.

Il fascicolo sull’omicidio è stato rispolverato a distanza di 32 anni. Due pentiti fecero nomi e cognomi – anche autoaccusandosi – dei presunti protagonisti dell’agguato alla Plaia.

E infatti la pm Alessandra Tasciotti ha aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati Vincenzo Santapaola (figlio di Salvatore, ndr), il collaboratore di giustizia Natale Di Raimondo, Filippo Branciforti e Natale Salvatore Fascetto. Quest’ultimi tra i più spietati sicari di Cosa nostra. Del gruppo di Monte Po.

Il sostituto procuratore della Dda ha chiesto di poter acquisire la testimonianza dei collaboratori Di Raimondo e Umberto Di Fazio (per cui si è già proceduto separatamente) attraverso l’istituto dell’incidente probatorio. Una vera e propria udienza con il contraddittorio tra le parti.

Ieri mattina, infatti, si è svolta l’udienza davanti alla gip Maria IVana Cardillo. Erano presenti in video-collegamento Santapaola, difeso dagli avvocati Valeria Rizzo e Salvatore Pietro Paolo Puglisi, Fascetto e Branciforti, assistiti dall’avvocato Salvo Pace. L’esame è durato circa un’ora e mezza a porte chiuse: gli unici ammessi sono stati i familiari della vittima.

I racconti

Umberto Di Fazio nel 2005 ai magistrati Giuseppe Gennaro (scomparso qualche anno fa), Amedeo Bertone e Agata Santonocito, raccontò: «Conoscevo Sciuto perché organizzava partite di calcio in estate nei campetti vicino agli acquascivoli. Santapaola e Di Raimondo mi dissero che questo spacciava davanti le scuole e che io avrei dovuto organizzarmi per ucciderlo assieme a Branciforti e Fascetto. Si stabilì che i due andassero al campetto mentre si svolgeva una partita. Io ero già lì, indicai lo Sciuto, che si trovava vicino agli spogliatoi, a Fascetto che dopo un po’ si avvicinò e lo uccise con diversi colpi. Poi fuggì a bordo di un vespino rubato».

Molti i dubbi sul vero movente: forse la droga sarebbe stata una scusa per i killer. Quello più determinato ad ammazzare Sciuto pare fosse proprio Santapaola. Nel 2001 Di Raimondo spiegò che «a sparare fu Fascetto per farci un favore». Il motivo? «Enzo Santapaola e cose di suo cognato Zuccaro (Maurizio, ndr)».Una volta chiusa l’udienza, ieri gli atti sono tornati sul tavolo della pm che ora valuterà quale strada (giudiziaria) intraprendere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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