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Il pastore siciliano, grande patrimonio storico

Di Redazione |

Lo Spino Degli Iblei. Razza autoctona siciliana, pastorale, molto diffusa nell’area pedemontana dei monti Iblei, attualmente riconosciuta ufficialmente dall’ENTE NAZIONALE DELLA CINOFILIA ITALIANA (ENCI).Nel 2014 presso la sede del Gruppo Cinofilo Ragusano in Modica, venne costituito il Club del Pastore Siciliano, l’associazione ha come scopo il recupero dello Spino degli Iblei a tutela di questa razza la salvaguardia della razza, naturalmente, è la promozione della stessa.Un cane, indomito ma molto equilibrato, che ha convissuto con i nostri pastori da secoli, un barbuto dalla grande mole che ha difeso le greggi, miste di pecore e capre senza paura, incorruttibilmente.

Le origini dello Spino degli Iblei sono strettamente connesse con la storia della Sicilia e coi tantissimi popoli che l’hanno abitata sin dal Paleolitico superiore. L’ubicazione strategica dell’isola ha sempre stuzzicato l’appetito migratorio di molti conquistatori (Greci, Fenici, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Spagnoli, ecc) che vi hanno introdotto le loro piante, i loro costumi e i loro animali, compresi i cani. Lo Spino degli Iblei, dunque, è il risultato di continui innesti, nei secoli, di cani da gregge del bacino mediterraneo sul ceppo ancestrale dei cani pecorai che furono dei Siculi e dei Sicani nella Sicilia pre-ellenica.

Il quasi esclusivo utilizzo di questa razza da parte dei pastori gravitanti attorno all’area pedemontana dei monti Iblei fa pensare che la sua particolare conformazione soprattutto del mantello sia il risultato di una mutazione genetica di adattamento all’ambiente umido e ventoso, arido e spinoso del territorio ragusano. La provincia di Ragusa è infatti l’unica “area di allevamento” dello Spino degli Iblei, la culla della razza, mentre il resto della Sicilia è più semplicemente “area di diffusione”

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