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Ex fornace Penna a Scicli, l’on. Campo: “Pensano alle telecamere quando il sito sta cadendo a pezzi”

"Sono piuttosto necessari, e subito, gli interventi di messa in sicurezza"

Di Redazione |

“Il governo regionale stanzia dei fondi per installare delle telecamere di videosorveglianza in maniera da tutelare la sicurezza della Fornace Penna: è qualcosa di cui difficilmente percepiamo l’utilità, se non per evitare che dei curiosi rimangano vittime di crolli”.

Lo dice la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, dopo la notizia dello stanziamento, da parte dell’assessorato regionale ai Beni culturali, di 52mila euro per l’installazione di un impianto di videosorveglianza diurno e notturno, intorno all’importante sito di archeologia industriale di Punta Pisciotto a Sampieri, recentemente acquisita al patrimonio pubblico. “Partendo dal presupposto che qualsiasi attenzione e intervento è sempre ben accetto, soprattutto se a tutela delle persone – rileva Campo, che ha presentato un’apposita interrogazione sull’argomento – non possiamo non ribadire come la Fornace Penna abbia bisogno di urgentissimi interventi di messa in sicurezza. Quale deterrente, o strumento, in questo senso, dovrebbero costituire le telecamere per la struttura stessa? Forse riprendere le pietre mentre cadono al suolo? Qualche settimana dopo il decreto di esproprio si è tenuto un incontro tra il soprintendente di Ragusa e il sindaco di Scicli per discutere le prime azioni di messa in sicurezza del sito. A questo incontro, nel quale si era anche deciso di istituire un tavolo interistituzionale composto dai parlamentari regionali dell’area iblea, dal soprintendente e da un numero ristretto di rappresentanti delle associazioni che da anni perorano la causa, tuttavia, per stessa ammissione del sindaco di Scicli, non è stato dato alcun seguito. Permangono, altresì, delle preoccupazioni: alcuni eredi della Fornace hanno accettato l’indennizzo, mentre altri hanno annunciato di voler adire a contenzioso. Questa situazione, chiaramente, potrebbe potenzialmente rallentare il processo di recupero e messa in sicurezza del sito. Il Governo regionale ci informi sulle tempistiche previste per la completa messa in sicurezza del sito, se sia già stata predisposta dalla Soprintendenza una perizia per i primi lavori, a quanto ammonta il costo dell’intervento, in che modo si intenda finanziarlo e come si intenda procedere in relazione al contenzioso annunciato da alcuni eredi. Per ora, difatti, ci sembra di assistere, per l’ennesima volta, solo ad annunci spot, che poco o nulla risolvono. Ci saremmo aspettati uno stanziamento con uno zero in più per la messa in sicurezza piuttosto che la sola installazione delle videocamere che possono essere utili per la sicurezza delle persone ma non certo per la messa in sicurezza del sito. Ricordiamo a tutti che, dopo la caduta di alcune arcate, sono venuti a mancare i contrafforti essenziali per la tenuta d’insieme, e da allora ogni importante evento atmosferico, per non parlare di altro, mette veramente sempre più a rischio l’integrità stessa della Fornace. Quindi, basta annunci, si velocizzi concretamente”.

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