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L’Acqua: una risorsa vitale e sostenibile

Il Presidente della Sidra, Fabio Fatuzzo, riflette sull'importanza del risparmio idrico, della gestione pubblica e privata e del ruolo cruciale dell'acqua nell'economia e nell'industria catanese

Di Redazione |

Anche quest’anno, come ogni anno, Il 22 marzo  si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). Una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio. Il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici.  L’obiettivo principale, ma non unico, della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’ importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico. E il presidente della Sidra Fabio Fatuzzo entra subito in argomento. “L’acqua è vita. E’ sempre stata importante, ma in questo periodo lo diventa ancora di più e serve a preservare non solo la vita, ma anche l’economia.”  E continua Fatuzzo: “La siccità che stiamo vivendo non può più essere considerata un evento eccezionale, ma un fenomeno che purtroppo si ripresenta anno dopo anno e va così ad incidere pesantemente su quella che è l’attività economica. Vale a questo punto ricordare che le principali civiltà si sono sviluppate intorno a corsi d’acqua. Basta guardare a Roma sul Tevere, la civiltà mesopotamica con il Tigre e l’Eufrate, a Parigi sulla Senna, a Londa sul Tamigi. Intorno ai corsi d’acqua fiorivano  il commercio e lo sviluppo.”

E volendo focalizzare questo argomento in casa nostra?

“In Sicilia bisogna mantenere l’acqua lì dove si trova. Ma il problema principale resta il fatto che è fondamentale aiutare le persone ad usare bene l’acqua, in maniera diversa.  Sin da bambini.  Bisogna concentrarsi su quello che è il consumo necessario. L’immagine di una persona che apre il rubinetto e non lo chiude o lo chiude quando si ricorda di farlo deve essere definitivamente cancellata. Certo non sarà facile, ma bisogna che cominciamo ad abituarci all’idea. Niente più sprechi quindi e decidersi a consumare l’acqua da bere degli acquedotti, l’unica acqua sicuramente controllata con attenzione e analizzata dall’Università. Noi come Sidra insistiamo  molto su questo argomento perché vogliamo dare il massimo di tranquillità ai nostri utenti”

Si è fatto un gran parlare delle differenza tra servizio pubblico e  servizio privato.

“E’ vero. Negli anni passati si è discusso molto anche a Catania di questo argomento. Negli anni 2000 si era costituita una società che doveva gestire l’acqua con una prevalenza del settore pubblico rispetto a quello privato. Ma è venuto a mancare un accordo tra i componenti la parte pubblica in modo da mantenere la maggioranza seppur per un solo voto rispetto alla parte privata. La maggiorana spettava alla parte pubblica col 51 per centro, ma la mancanza di unità rischiava di far prevalere la parte privata.   Inizialmente i patti erano chiari: i privati avrebbero dovuto realizzare soltanto le opere. Adesso invece vogliono addirittura gestire il servizio con comprensibili preoccupazioni degli utenti che dovrebbero subire l’imposizione di tariffe più alte come avviene dove il servizio e gestito dai privati (Enna, Caltanissetta ndr). Dove la distribuzione dell’acqua è affidata al servizio pubblico le tariffe sono più contenute”.

“Il servizio idrico – continua Fabio Fatuzzo – deve prevedere anche un sistema di depurazione molto avanzato anche perché l’acqua per uso potabile ne rappresenta soltanto una parte di tutto il servizio. L’acqua è infatti presente nelle attività produttive e non soltanto nell’agricoltura. Le industrie richiedono procedimenti di affinità sempre più “spinti “ fino a renderla  soltanto H2O. Questo è necessario anche per le grandi aziende che esistono a Catania e che rappresentano una grande opportunità di lavoro per la popolazione catanese alla quale si chiede forza lavoro con alta specializzazione a livello informatico ed elettronico. E queste aziende hanno bisogno dell’acqua non solo per uso potabile ma anche per le loro attività produttive. E l’acqua di cui necessitano deve essere ancora più affinata di quella da destinare all’uso agricolo. Un ciclo continuo, l’acqua che non finisce mai e deve essere sempre più affinata”COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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