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L’editoria presidio della democrazia che dev’essere tutelato a ogni costo

Di Nello Musumeci* |

Plaudire a un nuovo traguardo, pur non trattandosi di compleanni  “tondi”, è sempre motivo di orgoglio. Nel caso mio è anche doveroso esprimere compiacimento nei confronti di una impresa siciliana (in tutti i sensi) che consegue l’ennesimo risultato positivo.  Ancor di più se la candelina che si aggiunge è sulla torta di un quotidiano nazionale e “voce”, autorevole ed identitaria, della Informazione dell’Isola. E allora, innanzitutto, vorrei rivolgere il più sincero augurio, personale e a nome del governo regionale, per i 77 anni di vita ed attività del quotidiano “La Sicilia”.  Ma vorrei approfittare dell’occasione per aggiungere qualcos’altro.  Perché si può dimenticare, o non avere contezza, che questa testata racconti la nostra Isola da ancor prima che lo Statuto siciliano venisse promulgato. Che la sua prima copia sia antecedente alla nascita della Televisione italiana e che venisse distribuita dagli strilloni di via Etnea, via Umberto e piazza Duomo già prima che Elisabetta II venisse incoronata regina a Londra. Ma la tappa di oltre tre quarti di secolo de La Sicilia non avrebbe lo stesso significato se, nel ripercorrere il cammino editoriale del quotidiano di Catania, non si immagina l’enorme mole di lavoro, tenacia e passione che generazioni di giornalisti hanno portato avanti, fino a oggi.  Ogni sera una sfida contro il tempo, ogni anno una bandierina piazzata nella battaglia per la sopravvivenza stessa della propria “creatura”, mentre altri giornali siciliani erano costretti a chiudere. Dietro ogni edizione “partorita” – vale per ogni organo di informazione – c’è una intera filiera umana fatta di editori, giornalisti, fotografi, grafici, pubblicitari, distributori, edicolanti, filiera che fa ogni giorno esercizio di resistenza e resilienza nel pieno di una crisi economica, aggravata negli ultimi due anni dalla pandemia, che morde duro. Sin dal suo insediamento, il governo che ho l’onore di guidare ha voluto mettere in campo ogni azione utile per supportare le aziende editoriali dell’Isola:  cartacee, televisive, radiofoniche, su web, agenzie di stampa. Con una  iniziativa, senza precedenti in Italia, che ha utilizzato le risorse del Fondo Sicilia e del Fondo di sviluppo e coesione, appositamente riprogrammate: abbiamo erogato complessivamente dieci milioni di euro di contributi a fondo perduto a favore delle imprese siciliane operanti nel settore che, già in crisi, rischiavano di rimanere annientate dalle ricadute economiche del Covid.   Lo abbiamo fatto attraverso l’Irfis, la Finanziaria della Regione, in base alla graduatoria stilata dopo l’avviso pubblico al quale hanno risposto ben 133 aziende siciliane. Una goccia nel mare – si dirà – ma è quello che la Regione poteva e doveva fare. Perché quando chiude una testata giornalistica, e si deve far di tutto per evitarlo, si spegne una voce nel coro della informazione, che è il lievito della democrazia.  Quanto di terribile sta accadendo in questi giorni alle porte d’Europa, con il fondamentale e a volte eroico  (fino alla morte) ruolo di giornalisti che oppongono la forza della libertà di idee a quella della propaganda antidemocratica, è l’ennesimo monito.  In un contesto che deve raccogliere il grido d’allarme lanciato, proprio due giorni fa, dal presidente della Federazione italiana degli editori. Produrre informazione di qualità sta diventando sempre più difficile se in un anno il prezzo della carta su cui si stampano i giornali è cresciuto di oltre il 100% , come ha denunciato Andrea Riffeser Monti. Da giornalista e da presidente della Regione mi unisco al suo appello, rivolgendomi, ancora una volta, al Governo e al Parlamento di Roma. Perché, oltre alla boccata di ossigeno che Regione e Assemblea regionale siciliana hanno concretizzato, arrivino con urgenza le risorse di sostegno già stanziate per il settore a livello nazionale, oltre a nuovi sostegni con i quali gli editori possano far fronte agli aumenti di carta ed energia, senza penalizzare il loro prodotto né ridurre la forza lavoro. Garantire i livelli occupazionali delle imprese editoriali significa tutelare i diritti di ogni cittadino e la democrazia stessa della nostra Nazione. Ricordarlo, pur in un momento di festa, vuol dire gettare le basi perché, a quella di oggi, si aggiungano tantissime altre candeline da spegnere. Buon compleanno a “La Sicilia”. *Presidente della Regione siciliana

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