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La Breast Unit dello Iom ad hoc per le donne

Innovazione, empatia, ricerca e un’equipe multidisciplinare specializzata. Tumori al seno: in Sicilia 3.464 nel 2020

Di Redazione |

Il carcinoma della mammella è il tumore più frequentemente diagnosticato tra le donne e il secondo più letale. I nuovi casi di tumore del seno in Sicilia nel 2020 sono stati 3.464, a Catania e provincia 789.Esistono, ancora oggi, differenze tra il nord, il centro e il sud-isole per quanto riguarda la sua l’incidenza e mortalità da ricercarsi probabilmente sulle disuguaglianze a partire dagli stili di vita e di lavoro, dalla stratificazione sociale, da fattori strutturali e dalla diversa diffusione dei programmi di screening. Uno dei principi unificatori delle differenze territoriali è l’istituzione nazionale delle Breast Unit (nella foto quella dello Iom), unità multidisciplinari specializzate nella prevenzione, diagnosi e trattamento medico e chirurgico della patologia mammaria, che consentono una pianificazione ottimale delle opzioni terapeutiche disponibili, al fine di raggiungere i migliori risultati possibili.

La senologia dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande è diventata Breast Unit nel 2021 e ha raggiunto 279 interventi/anno nel 2021 e oltre 350 nel 2022, nonostante i disagi dovuti al Covid, grazie al lavoro di tutta l’equipe coordinata dal dott. Paolo Fontana, chirurgo senologo.«Nel corso del 2022 – afferma Fontana – abbiamo attenzionato fondamentalmente tre aspetti: il primo riguarda la volontà di promuovere un programma di cambiamento innovativo basato su nuovi modelli assistenziali e comunicativi. Sono fermamente convinto che una donna si aspetta, oltre alle capacità professionali, un centro di prevenzione e cura progettato al femminile per Lei. Grazie all’intervento psicologico è stato possibile intercettare i bisogni delle donne, individuare le criticità e promuovere misure preventive e correttive ad ogni livello assistenziale».

«Sono stati implementati i servizi esistenti come ad esempio il servizio di radiologia interventistica, di radiodiagnostica, di genetica, di radioterapia, di oncologia, di psico-oncologia, altri sono stati attivati come quello di Senomica (genetica applicata alla mammella) e altri in fase di attivazione come quello di OncoFertilità. Inoltre la breast surgery si è arricchita di nuovi componenti con consolidata esperienza che lavorano in equipe applicando i principi di una chirurgia sempre più personalizzata. Grazie all’oncoplastic breast surgery disegniamo la linea da incidere, limitandola affinché si veda il meno possibile, e riusciamo ad eseguire un intervento riducendo al minimo indispensabile la quantità di tessuto da asportare considerando il risultato estetico senza compromettere la radicalità oncologica. Sono aspetti tecnici, indubbiamente legati alla maggiore conoscenza del processo oncologico, ma che diventano di fondamentale importanza perché si sta operando su un organo determinante per l’immagine femminile».

«Per quanto riguarda i nuovi modelli di comunicazione, l’evoluzione nella conoscenza dei meccanismi che stanno alla base del processo neoplastico e i rapidi progressi tecnologici hanno accelerato il cambiamento verso un nuovo modo di affrontare la malattia. È stato dimostrato che la strategia multidisciplinare risulta vincente. Il meeting multidisciplinare è il core della Breast Unit Iom. Si svolge tutti i lunedì e rappresenta, oltre il luogo di costruzione di tutte le decisioni, il momento in cui ognuno contribuisce alla crescita professionale e umana di ogni componente del team».«La discussione di un nuovo caso, è un momento complesso dove la valutazione dei fattori biologici intrinseci alla malattia diventano determinanti se considerati nel contesto sociale in cui una persona vive e la costruzione del processo decisionale, la pianificazione, sia della fase diagnostica che quella terapeutica e riabilitativa, è la risultante di un’azione congiunta e interattiva di tutti questi elementi».

«Un punto di forza della nostra Breast Unit è la Case Manager che gestisce e coordina sia il team multidisciplinare che tutto il percorso di cura garantendo efficienza, efficacia e qualità. La Case Manager è una figura moderna ed innovativa, si inserisce nel contesto della metodologia del Case Management e si occupa principalmente della creazione di un processo diagnostico terapeutico specifico, costruito sulla singola paziente che viene presa in carico e seguita in tutte le fasi del percorso assistenziale, dall’accoglienza alla dimissione».

«Il secondo aspetto attenzionato nel corso dello scorso anno riguarda le qualità umane e professionali. Una paziente oncologica ha bisogno di essere ascoltata. Abbiamo lavorato molto con tutti gli specialisti su questo punto, migliorando l’empatia e l’abilità sociale. Un ambiente dove si respira l’incertezza della vita deve avere persone che sappiano ascoltare, professionisti disponibili e sempre aggiornati in un mondo in continuo mutamento come quello scientifico».

«Il terzo aspetto riguarda la ricerca. Abbiamo avviato studi e progetti di ricerca per contribuire a trovare nuove soluzioni che possano alimentare la certezza che con una malattia oncologica si può vivere. Questo è l’obiettivo della ricerca, il linguaggio del progresso scientifico, basti pensare ai traguardi raggiunti nella comprensione del processo tumorale o ai risultati ottenuti con i farmaci di ultima generazione sempre più efficaci ed estremamente selettivi».

«Vorrei concludere – dice Fontana – pensando che il vero valore non si misura su ciò che è stato fatto, ma su ciò che si è riusciti a dare e soprattutto quanto di questo rappresenti una solida eredità per il domani. Il merito va a tutta l’equipe formata da professionisti dedicati: chirurghi senologi (Salvatore Cicala, Santi Gangi, Giovanni Maugeri, Mario Mesiti, Giacomo Fisichella, Angela Strazzanti e Corrado Fichera specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva), oncologi (Dario Giuffrida, Angela Prestifilippo e Serena Sava), Claudia Caltavuturo (diagnostica per immagini), Valentina Cirmi (radiologia senologica), Gianluca Ferini (radioterapista), medici nucleari (Luigi Castorina e Alessio Comis), Maria Paola Vitale (farmacista), ginecologi (Alfio Cannavò e Anna Spartà), Stefano Forte (ricerca), la genetista Cristina Gorgone, l’anestesista Mario Guglielmo, anatomi-patologi (Lorenzo Memeo e Cristina Colarossi), la geriatra Grazia Primavera, il fisioterapista Rosario Russo, il data manager Salvo Scarpulla, la psico-oncologa Maria Carmela Scriminaci, il capo sala di sala operatoria, Saverio Lecci, la case manager Nicoletta Zorzan.

Link: Unità operativa breat unit

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