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Il produttore italo-americano Oscar Generale: «Un film internazionale su Angelo D’Arrigo»

«Sono sempre alla ricerca di storie italiane da far conoscere al mondo. La sua vita mi ha entusiasmato, ha realizzato imprese incredibili»

Di Ombretta Grasso |

Ha imparato dagli uccelli. Con loro ha volato lungo le rotte migratorie, scalzando vette e pericoli. Con loro ha vissuto. Un colpo d’ala e via con le aquile fin sull’Everest seguendo le correnti. Un lungo becco per camuffarsi in una mamma e guidare uno stormo di giovani gru siberiane per più di 5mila chilometri. Quelli di Angelo D’Arrigo sono voli che riempiono il cielo di piume e poesia. Un Icaro catanese innamorato della libertà, un deltaplanista di imprese estreme che aveva abbandonato competizioni sportive per dedicarsi a missioni di carattere scientifico e naturalistico. In volo sulla sua Etna, con i falchi migratori dalla Tunisia alla Sicilia, con i condor in Sudamerica. Un personaggio affascinante e complesso morto in un incidente con un piccolo aereo nel 2006 a Comiso. Della sua storia si è innamorato Oscar Generale, partito dalla provincia per arrivare a Hollywood e diventato produttore di film con John Malkovic, Morgan Freeman, Adrien Brody. «Sono sempre alla ricerca di storie italiane da far conoscere al mondo – spiega – Quella di Angelo D’Arrigo è fantastica, mi ha entusiasmato. E’ un grande personaggio che ha realizzato imprese incredibili, aveva uno spirito wilde. Ho deciso di fare un film su di lui, una produzione internazionale. Stiamo già lavorando alla sceneggiatura».

Oscar Generale, un destino segnato già dal nome, è l’uomo che ha convinto Dustin Hoffman, per la prima pubblicità della sua carriera, a venire in Italia a imparare a fare in caffè Vergnano e con il suo “metodo” distinguere tra corto, lungo e macchiato. L’innamorato in smoking che ha chiesto alla fidanzata Danny Mendez di sposarlo inginocchiandosi sul red carpet di Cannes con il divo John Travolta complice o porgergli l’anello, «John ha rischiato di far saltare tutto perché non lo trovava più. L’avevo dato a lui, ma poi aveva cambiato più volte i pantaloni. Una scena da film comico…».

Cinquantenne, nato in Piemonte, «da mamma sarda e papà pugliese, sono fiero delle mie origini meridionali», come in ogni favola di successo comincia tra mille lavori, «dal postino all’imbianchino, dal panettiere al barista… ma sempre con il sogno di approdare al mondo dello spettacolo». Comincia portando ragazze-immagine in discoteche e locali, poi si trasferisce a Milano, «sono partito quasi da uno sgabuzzino», e diventa il manager che propone Raoul Bova, Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Anna Falchi, Giancarlo Giannini come ospiti nei locali, nelle convention aziendali, agli eventi, per le campagne pubblicitarie. Arrivano i contatti con Rai e Mediaset, con i grandi nomi della moda. «Pian piano ho iniziato a lavorare con i divi americani, Faye Dunaway, Dustin Hoffman, Bruce Williams, Gerard Butler».

C’è la sua tenacia dietro tante famose campagne: Julia Roberts diventa testimonial di Gianfranco Ferrè, John Travolta gira gli spot per Tim con Michelle Hunziker. Ed è una star a segnare la svolta nel 2005. «Sul set di uno spot, Dustin Hoffman mi dice: sei sveglio, hai idee, devi venire in America, avresti successo. E io, senza parlare inglese, senza soldi, senza niente, ho preso il mio biglietto e sono andato negli Stati Uniti. Lo ripeto sempre ai ragazzi, quando si ha un sogno bisogna rincorrerlo e cercare di realizzarlo». Ha trovato l’America? «Non è stato sempre facile, ma hanno una marcia in più, non esiste la burocrazia, è tutto molto rapido, se c’è un’idea buona trovi chi vuole investire. Con la Oscar Generale production, società di product placement, sono diventato il trait d’union tra lo star system americano e i grandi marchi o i grandi eventi italiani. A Sanremo, ad esempio, ho portato Hoffman, Travolta, Hugh Grant».

L’ultimo salto nella produzione cinematografica. «Ho girato una ventina di film, molti con Travolta, che è diventato un amico, il padrino di mia figlia». Un lungo elenco, da “Casino Jack” con Kevin Spacey e Kelly Preston, “Tokarev” con Nicolas Cage, “Speed Kills” con Matthew Modine e ancora Travolta, “The Poison Rose” con Morgan Freeman, “Mindcage” con Malkovic e Martin Lawrence, adesso nelle sale italiane. «La ricetta del successo? Ho sempre mantenuto i piedi per terra e ho trasmesso i valori che abbiamo noi italiani, la famiglia, l’affetto, il rispetto, la cura. Gli attori hanno trovato in me una persona amica di cui fidarsi. Sono molto legato a Travolta e alla moglie Kelly Preston, purtroppo scomparsa, mi hanno aiutato nella proposta di matrimonio alla mia compagna Denny Mendez». All’ex Miss Italia 1996, la bellissima modella di origine dominicana – ora protagonista in palcoscenico con “Cose di ogni giorno” e alla guida del programma di Sky “Pole position” – è stato legato per 10 anni. «Purtroppo come tutte le belle favole c’è una fine e ci siamo separati. Abbiamo una bellissima bambina India Nayara».

In Sicilia – «abbiamo il Paese più bello del mondo e l’Isola è stupenda, vengo sempre in vacanza, ho tanti amici» – ha scoperto la storia di Angelo D’Arrigo. «Ho letto il libro scritto dalla sorella, mi sto documentando su articoli, interviste, video. E’ un catanese che ha studiato a Parigi e ha record di traversate in volo senza motore. Ha cercato sempre di superare i suoi limiti, ha sorvolato il Sahara e l’Everest, ha insegnato a volare alle gru siberiane, reintroducendole nel loro habitat naturale. Una figura che colpisce, quasi mitica nel suo amore per il volo dei rapaci – sottolinea Generale – Sono sempre alla ricerca di storie italiane che possano coinvolgere un pubblico ampio. Vorrei farne una grande produzione internazionale. Spero proprio di raccontare al cinema questa storia di sogni, avventura e passione».

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