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Max Gazzè: “I miei brani in chiave mediterranea con l’Orchestra Jazz Siciliana”

Stasera a Castellammare del Golfo; domani al Teatro antico di Taormina e il 3 al Teatro greco di Siracusa

Di Monica Cartia |

“Musicae Loci” arriva in Sicilia. La sicilianità, i luoghi suggestivi e gli arrangiamenti dell’Orchestra Jazz Siciliana saranno le caratteristiche delle tre date del cantautore romano di nascita ma siciliano nelle vene Max Gazzè. L’alchimia musicale sarà proposta stasera a Castellammare del Golfo; domani al Teatro antico di Taormina e il 3 al Teatro greco di Siracusa.Dal Salento alla Sicilia, come nasce “Musicae Loci”?«Nasce come tentativo di combinare quelle che sono le sonorità tipiche delle regioni come appunto il Salento, la Sicilia e altre regioni d’Italia dove ho suonato e suonerò con quelle che sono le mie composizioni. In Sicilia c’è una tradizione musicale popolare straordinaria fortissima».Come verranno riarrangiati i brani con l’Orchestra Jazz Siciliana?La scintilla è scattata l’anno scorso a «Palermo durante l’esperienza vissuta con loro durante il Sicilia Jazz Festival. Il progetto è nato dalla volontà di continuare questa esperienza. Il maestro Domenico Riina è riuscito a riarrangiare le mie composizioni dando corpo e vigore. Poi la commistione tra i luoghi suggestivi e queste sonorità saranno molto emozionanti».Tra le tappe, c’è la sua prima volta al Teatro greco di Siracusa.«Sono anni che speravo che il Teatro greco venisse utilizzato per la musica pop. Qualche anno fa ci ho provato. Non nego di essere molto felice e sarà un’esperienza indimenticabile».Si sente più romano o siciliano?«Quando mi intervistano e poi negli articoli mettono “il cantautore romano”, mi irrita. Sono nato a Roma, ho vissuto la maggior parte della mia vita all’estero però mia mamma è di Catania e mio papà di Scicli, quindi che c’è di romano? Forse solo l’accento però sono cresciuto circondato da parenti siciliani quindi alla mia sicilianità ci tengo tanto. Mi sento siciliano nei modi, nei comportamenti e nell’educazione che ho ricevuto. Mio papà è un gentiluomo che mi ha insegnato e mi ha trasferito la sua sicilianità e in qualche modo io l’ho morfogeneticamente appresa».Ha declinato l’amore nelle sue canzoni. Cos’è per lei l’amore?\«L’Amore con la A maiuscola è tutto ciò che può essere declinabile, per cui parliamo di una sorgente assoluta in cui possono diramarsi varie sfumature, vari raggi. È come il sole che spunta dalle nuvole e i suoi raggi vanno in tutte le direzioni. L’amore è l’energia che tiene unito l’universo; è quello che crea la vita quindi l’amore è la vita stessa. Quando si parla di amore, possiamo definirlo, sentirlo, percepirlo emotivamente ma forse nessuno di noi sa che cos’è quella scintilla che ha dato origine a tutto ciò che è».Il nuovo anno porterà un nuovo disco, cosa aspettarci?«Avevo due scelte: fare un disco totalmente sperimentale o fare delle canzoni pop belle dando importanza ai testi e agli arrangiamenti. Ho optato per questa scelta. L’album avrà un tema che ancora non dirò. Lo abbiamo registrato al Real World di Peter Gabriel, un posto fantastico dove abbiamo vissuto per un mese facendo delle registrazioni e delle riprese di suono bellissime, adesso con calma stiamo lavorando su alcuni arrangiamenti».C’è qualche artista emergente che vorrebbe ad aprire i concerti del prossimo tour?«Ogni epoca sforna talenti e bellezze ma anche obbrobri. Se avrò modo mi piacerebbe farlo. Io ho iniziato ad aprire i concerti di Franco Battiato nel ‘96 e memore di quella esperienza, a me piace fare la stessa cosa».Ricorderà Battiato?«Franco ci ha lasciato un’eredità che scorre nelle mie vene e mi ha dato grande ispirazione e ogni volta che salgo sul palco porto con me un suo frammento».

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