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Il commento

Müller al TaoFilmFest, il nome giusto per ritrovare (davvero) il glamour del passato

Già direttore a Venezia, Roma, Locarno, una vita dedicata al cinema

Di Ottavio Cappellani |

Come sa chi mi legge non ho mai lesinato critiche contro la gestione culturale della nostra isola. Stavolta, invece, sono particolarmente felice della nomina di Marco Müller alla direzione artistica del Taormina Film Fest. Non voglio parlare male delle precedenti direzioni, non mi interessa, anche perché, a essere sincero, neanche le ho seguite. Ma se il festival del cinema di Taormina (lo chiamo all’antica) vuole tornare ai suoi antichi fasti, fatti anche e ovviamente di glamour, come la Taormina merita, Marco Müller è la persona giusta. Innanzitutto per il suo curriculum e per i festival internazionali (Venezia, Roma, Locarno) che ha diretto, ma anche e soprattutto per la rete di relazioni che come – così, simpaticamente si definisce – “fabbricante” di festival ha avuto modo di tessere durante tutto l’arco della sua vita dedicata interamente al cinema, come cineasta, come direttore artistico, come produttore. In uno dei festival da lui diretto – che amavo frequentare e dal quale scrivevo appunti per La Sicilia – non dimenticherò mai uno screwdriver (wodka e succo di arancia) bevuto in tranquillità, alla terrazza Campari, con Quentin Tarantino, quell’anno (credo fosse il 2010) presidente di giuria.

L’atmosfera di quei festival era colma di mondanità (e Taormina, sotto questo profilo, non ha nulla da invidiare a Venezia) e al contempo di serenità, il divismo era vissuto con normalità, merito anche della programmazione di Müller che metteva insieme i grandi film popolari e le grandi anteprima con i “film da festival”. Non vorrei bruciare la notizia, ma ho saputo da “insider” che uno dei progetti allo studio per la prossima edizione del festival del cinema di Taormina, è dedicato al cinema la cui produzione è decentrata rispetto a Roma, il cinema girato (e finanziato) dal territorio, in particolare, ovviamente, al Sud, una tradizione che come sappiamo, parte da lontano, quando, nei primi anni del Novecento, si crearono in Sicilia molte tra le prime case cinematografiche: La Lucarelli (consorziata con la francese Pathé), la Lumen Film (sicula-elvetica, farà piacere a Müller che da parte di madre è anche siciliano), e una Morgana Film fondata dal nostro Nino Martoglio per la quale diresse “Sperduti nel buio” (1914) pellicola che viene considerata da molti critici l’antesignana del cinema neorealista e che purtroppo andò perduta (la si cerca da molto tempo).Quello che ci auguriamo, come siciliani, è che la classe politica sostenga questa direzione di Marco Müller dandogli la possibilità di programmare in tempo le successive edizioni e garantendo a noi siciliani una continuità di un festival che per tanto tempo è stato punto di riferimento della cinematografia e del jet set internazionale e che tale merita di tornare ad essere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA