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“Io” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella da Zo

Lo spettacolo aprirà l'8 gennaio la rassegna Altrescene a Catania

Di Redazione |

AltreScene, la rassegna di arti sceniche contemporanee di Zō centro culture contemporanee di Catania annuncia il primo nome che aprirà la rassegna  all’inizio del prossimo anno. Si tratta di Antonio Rezza il quale sabato 8 gennaio calcherà il palco di Zō con “Io”, spettacolo di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, ormai un vero classico dei due artisti  premiati nel 2018 con il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Due le repliche previste, alle 18.30 ed alle 21. La locandina. “Io” di Flavia Mastrella Antonio Rezza con Antonio Rezza Quadri di scena Flavia Mastrella, (mai) scritto da Antonio Rezza. Assistente alla creazione Massimo Camilli, tecnica Daria Grispino, organizzazione generale Marta Gagliardi, macchinista Andrea Zanarini. Prodotto da RezzaMastrella e La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello. Lo spettacolo. Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l'affetto della madre, un individualista piega lenzuola a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro. Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l'acqua che si fa doccia e dolce zampillare. Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell'amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l'idillio con il tessuto amato. Si gioca all'oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui. E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l'appetito non supportato dalla tavola imbandita. Infine la catastrofe: Io si ridimensiona… Como poco innanto tra clamori e vanto così l'idea dell'inventura porta la mente a vita duratura.  

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