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Il caso

Piano strategico ventennale a Ragusa, è duro scontro tra Mauro e Cassì

Il consigliere: "Solo un'operazione di profilazione dell'elettorato". Il sindaco: "Ma di cosa sta parlando?"

Di Redazione |

Il Piano strategico ventennale diventa occasione di scontro tra il sindaco Peppe Cassì e il consigliere comunale Gaetano Mauro (nella foto da sinistra Mauro e Cassì). E’ stato il consigliere a dare la stura alle polemiche con un intervento in cui esprime le proprie perplessità sull’argomento.

Le accuse di Mauro

“Non sarà un’avventura… Bisogna parafrasare la bellissima canzone di Lucio Battisti, per titolare questa vicenda, denunciata in aula dal sottoscritto – dice Mauro – la determina da tenere in mente è la n.61 del 23 gennaio scorso con la quale la giunta Cassì ha affidato ad una società piemontese, Avventura Urbana srl per un importo di 40mila euro, il compito di impostare un programma di sviluppo culturale e urbano sul modello di altre città d’arte…che coinvolga l’intera comunità in una crescita partecipata del livello culturale…. Piu semplicemente, piano strategico ventennale. Un progetto cultura che parta dalla capacità di ascoltare la comunità ragusana per configurare,  testualmente, “…un processo strutturato sui temi ritenuti fondamentali per lo sviluppo della città”. “E’ davvero singolare – ammette il consigliere – che l’incarico per programmare lo sviluppo culturale e urbano della città di Ragusa venga affidato ad una società piemontese, conclamando una impreparazione dell’attuale amministrazione a capire quello di cui la città ha davvero bisogno. Mi sono detto. Fosse davvero cosi, il motivo sarebbe grave. E’ come dire: non sappiamo quello che serve alla città, pensateci voi che vivete in Piemonte. Non sarà cosi. Infatti, non era questo il motivo dell’incarico. La verità è un’altra”.

“Ma chi è questa società, quali competenze ha per studiare a fondo la comunità ragusana con interviste e sondaggi che nel frattempo arrivavano agli ignari opinion leader ragusani? Nel sito della società testualmente viene riportato: “Siamo una società di consulenza per la progettazione di gestione di processi decisionali complessi. Operiamo in ambiti diversificati con strumenti avanzati di coinvolgimento e costruzione del consenso, rivolti sia alla cittadinanza che agli stakeholder”. Costruzione del consenso? Proprio cosi. Stupito per quanto e desideroso di non essere smentito, faccio uno screen che sono in grado di documentare. A distanza di 24 ore , infatti, dopo che qualcuno aveva avvertito la società, sparisce la definizione “costruzione del consenso”. La società Avventura Urbana, dall’oggi al domani non si occupa più di costruzione del consenso. Ovviamente, una casualità.  Ergo,- conclude Mauro – possiamo denunciare senza tema di smentita che questa operazione altro non è che una profilazione dell’elettorato pagata dai ragusani sotto mentite spoglie. Classificare la persona in base a questi parametri, per capire a cosa sarà più sensibile e quindi capire come indirizzarla in una determinata direzione in base allo scopo e senza chiedere nulla di cultura o di patrimonio artistico. Con i soldi pubblici. Dei ragusani”.

La replica del sindaco Cassì

Il primo cittadino di Ragusa ha replicato con un post sui social diffuso martedì sera. “Un vecchio adagio – sottolinea Peppe Cassì – dice che gli assenti hanno sempre torto e bisogna riconoscere che con il suo ultimo comunicato stampa il consigliere Gaetano Mauro ha confermato la regola. All’assemblea aperta di sabato, in cui rappresentanti di istituzioni, enti, associazioni, ordini, portatori di interesse e cittadini si sono seduti attorno allo stesso tavolo e hanno lavorato per definire insieme la strategia di Ragusa per i prossimi anni, il consigliere Mauro non ha partecipato nonostante fosse regolarmente invitato. Eppure, sebbene buona norma dice che bisognerebbe prima ascoltare e poi parlare, egli trova comunque buoni (?) motivi per praticare lo sport più antico della politica: la critica a prescindere. Alla faccia dei propositi di “opposizione costruttiva”, oggi se ne esce con una teoria tutta sua, “una verità” che avrebbe “smascherato” e che lascio valutare all’oltre centinaio di presenti e a tutti i lettori”.

“Riporto testualmente le sue parole – ancora il sindaco – “Possiamo denunciare, senza tema di smentita, che questa operazione altro non è che una profilazione dell’elettorato pagata dai ragusani sotto mentite spoglie”. Cento cittadini sarebbero una profilazione dell’elettorato di una città con 60.000 votanti? Su che base statistica? Che senso avrebbe poi fare oggi una profilazione dell’elettorato guardando a “Ragusa 2043”? E comunque perché farla 8 mesi dopo aver già vinto le elezioni? Il consigliere Mauro però sostiene di avere la prova schiacciante della sua teoria: il sito dell’agenzia incaricata di supportarci nella realizzazione della strategia riporterebbe la frase “costruzione del consenso”. Peccato che Mauro taccia il contesto in cui è inserita la frase e che il sito spieghi nel dettaglio tutte le attività svolte da questa società, perfettamente in linea con il nostro obiettivo (es. pianificazione strategica e territoriale, rigenerazione urbana, turismo e cultura, discussione grandi temi della società). Ovviamente Mauro tace anche il curriculum di primo piano di questa agenzia, che ha sviluppato i piani strategici di città che hanno ottenuto riconoscimenti e successi negli anni. Niente: a Mauro basta una frase per arrivare alla “verità”. Frase, tra l’altro, che egli denuncia essere “sparita sul sito dopo che qualcuno aveva avvertito la società”: ha la presunzione di credere che una società di questo livello modifichi il proprio sito web per le sue polemiche? E non si è accorto poi che basta cercare la frase su Google per constatare che non è affatto sparita? Infine l’ultima frase: Mauro asserisce che ai presenti non sia stato chiesto “nulla di cultura o di patrimonio artistico”. Ne è proprio sicuro? Sa (senza esserci) con certezza cosa è stato dibattuto in tutti i tavoli di lavoro?”.

“Non amo, e penso di averlo dimostrato – ancora il sindaco – replicare a questo genere di accuse (e men che meno mi piacciono le teorie del complotto) ma sento il dovere di difendere gli oltre cento ragusani che hanno speso, stanno spendendo e spenderanno il loro tempo, sottraendolo al lavoro e agli affetti, per contribuire spontaneamente al futuro di Ragusa. Un anno fa, tappezzando la città di cartelloni, il gruppo politico Generazione a cui Mauro appartiene propugnava “visione” e “partecipazione” per la città. Ora che è la città a partecipare alla visione, non va bene lo stesso. Evidentemente erano solo parole su carta, anzi su cartellone”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA